di Bruno Mirante – Le lotte intestine interne al centrodestra catanzarese in vista delle regionali, che dovrebbero sfociare in un rimpasto della giunta Abramo che rispecchi i mutati equilibri tra le forze politiche e civiche della coalizione, hanno determinato durante la seduta odierna (in seconda convocazione) il venir meno del numero legale nell’attesa che dalla riunione dei maggiorenti di centrodestra (in programma lunedì) emerga la nuova composizione dell’esecutivo comunale. Tredici i consiglieri che hanno risposto all’appello della segretaria comunale, solo cinque gli esponenti della maggioranza presenti. Dopo che i lavori della seduta sono stati sciolti, i consiglieri di minoranza Sergio Costanzo e Cristina Rotundo di “Fare per Catanzaro“, Nunzio Belcaro e Vincenzo De Sarro di “Cambiavento” e Maurizio Mottola d’Amato di “Socialisti e Democratici” hanno indetto una conferenza stampa per chiedere le dimissioni del Consiglio comunale nella sua interezza.
I dissidi politici e l’ombra della commissione d’accesso
I dissidi politici e l’ombra della commissione d’accesso
In merito alle inchieste della Procura di Catanzaro che hanno interessato il Comune di Catanzaro abbiamo sempre avuto una posizione garantista e non possiamo che confidare nel lavoro della magistratura e della prefettura, ma non possiamo sottrarci dalla discussione politica, non è una questione che riguarda sola la minoranza ma è un esercizio che la città capoluogo di regione deve fare perché è motivo di preoccupazione: che esiste in questo momento storico una città che ha gli anticorpi bassi nei confronti della criminalità organizzata è un’analisi politica dalla quale nessun cittadino può sottrarsi. Il comune può essere sciolto per mafia, il rischio esiste e allora prima di arrivare ad aggiungere vergogna a vergogna è necessario un momento di riflessione. Così il consigliere Belcaro che ha rimarcato il fatto che la maggioranza litighi per le poltrone mentre sulla città si erge l’ombra dell’insediamento della commissione d’accesso. Un concetto ribadito anche da Mottola d’Amato: la serietà argomentativa impone di scindere le responsabilità penali, che saranno accertate nelle sedi opportune dove gli interessati avranno modo di difendersi, da quelle politiche. Una riflessione è necessaria da parte di tutti, non ci sottraiamo al dibattito perché la responsabilità della minoranza è più sfumata, la responsabilità appartiene a tutti i rappresentanti istituzionali, una riflessione è necessaria.
Più attendista la posizione di Sergio Costanzo che si dice fiducioso nei confronti del lavoro della magistratura e della prefettura ma riferisce di attendere di poter leggere le carte, per avere un quadro chiaro di “una eventualità di cui al momento si apprende solo dai mezzi di informazione”.
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