Comune di Vibo chiude locale per motivi di ordine pubblico, il Tar sospende l’ordinanza e lo riapre

L'attività riaperta in attesa della trattazione nel merito perché il titolare è disoccupato e si rischia la "compromissione economica"
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Il Tribunale amministrativo della Calabria, Prima sezione, ha accolto il ricorso presentato dagli avvocati Walter Franzè e Giosuè Monardo per conto di Alex Lo Bianco, amministratore della società No Name Srls, contro l’ordinanza del Comune di Vibo Valentia che revocava la Scia e disponeva l’immediata chiusura del locale “No name”, sito lungo corso Umberto I del capoluogo vibonese. L’attività di somministrazione di alimenti e bevanda, considerata da una nota della Questura “abituale ritrovo di persone pregiudicate, gravate da una pluralità di precedenti di polizia” tali da costituire “un pericolo per l’ordine pubblico”, viene dunque riaperta sulla base di una misura cautelare monocratica provvisoria e in attesa della trattazione della domanda cautelare ordinaria in sede di udienza camerale.

“Compromissione economica del titolare”

“Compromissione economica del titolare”

I giudici amministrativi hanno altresì richiamato la “compromissione sul piano economico dell’esercizio di somministrazione di alimenti e bevande in questione nonché la perdita di occasioni di guadagno del titolare ricorrente, disoccupato e non in grado di fronteggiare altrimenti gli impegni economici già assunti (canone locativo,retribuzione del dipendente, pagamento forniture e utenze) per la prosecuzione
dell’attività commerciale rilevata”. Il Tar accoglie quindi l’istanza e, per l’effetto sospende, l’atto impugnato. (m.s.)

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