“Ascoltare i messaggi dei ragazzi”, che sono “estremamente importanti”, perché “aiutano sia una realtà come la Chiesa a modularsi nel modo migliore – per poter dare loro quanto hanno di bisogno per crescere dal punto di vista di umanità integrale e spiritualità – sia per l’Arma dei carabinieri, a porsi in ascolto dei ragazzi stessi per avere il polso della situazione”. Questo, in sintesi lo scopo dell’iniziativa – rientrante nel Cammino sinodale, voluto da Papa Francesco – dal titolo ‘Uno sguardo al futuro’, svoltasi stamattina presso la sede della Federazione italiana gioco calcio, a Catanzaro. Oltre ai tanti giovani presenti in sala, hanno preso parte all’appuntamento l’arcivescovo della Diocesi di Catanzaro-Squillace Claudio Maniago e il comandante della Legione carabinieri Calabria Pietro Salsano.
L’arcivescovo Maniago, nel corso del suo intervento, ha affermato: “Dobbiamo fare di tutto per dare ai ragazzi dei punti di riferimento, alcuni dei quali sono venuti meno, mentre altri sono deboli. Per questo motivo, occorre ristabilire un dialogo che tenga conto del linguaggio verbale ed esistenziale di questa fascia di età, che dobbiamo intercettare per poter poi dare risposte adeguate”.
L’arcivescovo Maniago, nel corso del suo intervento, ha affermato: “Dobbiamo fare di tutto per dare ai ragazzi dei punti di riferimento, alcuni dei quali sono venuti meno, mentre altri sono deboli. Per questo motivo, occorre ristabilire un dialogo che tenga conto del linguaggio verbale ed esistenziale di questa fascia di età, che dobbiamo intercettare per poter poi dare risposte adeguate”.
Avvicinare i giovani ai valori fondamentali
Il generale Salsano, dal canto suo, si è soffermato sul futuro della Calabria, che “ha alcuni problemi da risolvere e, per fare ciò, bisogna puntare proprio sui giovani. Incontro di questo tipo, che si basano su valori molto importanti, credo siano un buon viatico per il loro futuro. Tra Arma dei carabinieri e Chiesa c’è un rapporto storico, infatti abbiamo dei valori che ci uniscono”. Secondo il generale dell’Arma, il fatto di “crescere e nascere in territori come Africo Nuovo, Platì e San Luca non è una colpa. Dobbiamo cercare di avvicinare queste persone ai valori fondamentali del nostro Paese”.