Ne resterà uno solo e alla fine sarà il nuovo comandante della Polizia Municipale di Catanzaro. All’inizio erano diciannove, alla prova scritta ne sono stati ammessi 14 e, dopo un’ulteriore scrematura, c’è attesa adesso per l’orale che decreterà il vincitore del concorso indetto dal Comune a guida Nicola Fiorita. In palio l’assunzione a tempo indeterminato e il ruolo di dirigente del settore polizia municipale e mobilità. Emergono, nel frattempo, due anomalie che chiamano in causa il garante della privacy e l’Anac, ovvero l’Anticorruzione.
La presunta violazione della privacy
La presunta violazione della privacy
Ai tempi della Legge Cartabia tutto è presunto ma la determinata dirigenziale con la quale il settore Personale e Organizzazione del Comune di Catanzaro ha reso noto i nomi dei candidati ammessi e di quelli esclusi (19 le domande presentate) lascia molti dubbi in materia di violazione del codice della privacy e, di conseguenza, accende i riflettori del Garante. La normativa vieta infatti la pubblicazione dei dati personali dei candidati non ammessi che dovrebbero essere avvisati in modo separato ed individuale. In casi del genere diversi Comuni sono stati sanzionati.
Il segretario-presidente e il “conflitto d’interesse”
Occhio anche all’Anac perché la presenza in commissione con il ruolo di presidente del segretario generale Vincenzina Sica rischia di generare un potenziale conflitto di interessi o di poca trasparenza. La Sica risulta infatti a capo della commissione composta, tra gli altri, dall’ordinario di diritto amministrativo dell’Università della Campania Marco Calabrò in qualità di componente esperto, dal questore e prefetto a riposo Giuseppe Gualtieri e dall’ordinario di Organizzazione aziendale dell’Università Magna Graecia Rocco Reina. Nomi al di sopra di ogni sospetto. Questioni di opportunità, tuttavia, avrebbero dovuto invitare la segretaria generale del Comune di Catanzaro ad astenersi anche perché tra i partecipanti ammessi al concorso c’è Amedeo Cardamone, attuale comandante della Polizia Municipale.
L’interpretazione di Anac
Il parere dell’Anac in situazioni analoghe è assai chiaro. Può generare conflitto di interessi la nomina del segretario generale di un Comune a presidente della Commissione giudicatrice di concorsi pubblici indetti dall’ente locale, in cui concorrono quali candidati sia dirigenti interni all’amministrazione che esterni, con i quali l’interessato ha o ha avuto stretti rapporti di natura lavorativa come tali comportanti rapporti di collaborazione costanti e frequenti? Il quesito è stato posto all’Anac da un importante comune siciliano prima di procedere alla nomina e la risposta fornita dall’Autorità Anticorruzione non pare avere bisogno di una laurea in Giurisprudenza per essere capita: “Secondo l’interpretazione data dalla giurisprudenza amministrativa – scrive Anac – la situazione di conflitto di interessi si configura quando le decisioni che richiedono imparzialità di giudizio siano adottate da un soggetto che abbia, anche solo potenzialmente, interessi privati in contrasto con l’interesse pubblico alla cui cura è preposto. L’interesse privato che potrebbe porsi in contrasto con l’interesse pubblico può essere di natura finanziaria, economica o dettato da particolari legami di parentela, affinità, convivenza o frequentazione abituale con i soggetti destinatari dell’azione amministrativa. Vanno, inoltre, considerate tutte quelle ipotesi residuali in cui ricorrano ‘gravi ragioni di convenienza’ per cui è opportuno che il funzionario pubblico si astenga dall’esercizio della funzione amministrativa, al fine di evitare potenziali conseguenze quali il danno all’immagine di imparzialità dell’amministrazione nell’esercizio delle proprie funzioni”. Nel caso specifico resta assodato che non ci sono stretti vincoli di amicizia tra i componenti della commissione e quelli del Consiglio comunale.