di Mimmo Famularo – Concussione e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. Sono le principali ipotesi di accusa per le quali la Procura di Catanzaro guidata da Nicola Gratteri ha iscritto sul registro degli indagati il sindaco di Squillace Pasquale Muccari e altri quattro pubblici ufficiali: la segretaria comunale Giuseppina Ferrucci, 54 anni di Cicala; Nicola Anania, 65 anni di Squillace; l’assessore comunale Francesco Guerino Caccia, 58 anni di Squillace e l’ex assessore comunale Gregorio Talotta, 41 anni anche lui di Squillace. Tutti e cinque sono destinatari di un avviso di conclusione delle indagini preliminari e contestuale avviso di nomina di difensore d’ufficio con invito a presentarsi per rendere interrogatorio se richiesto.
Il consigliere comunale “sgradito” al sindaco
Il consigliere comunale “sgradito” al sindaco
Secondo quanto si legge nel provvedimento firmato dal pubblico ministero Graziella Viscomi, Muccari, quale sindaco di Squillace, “abusando delle relative qualità e poteri”, avrebbe cercato di indurre, per il tramite di Nicola Anania, un consigliere comunale eletto a dimettersi dalla carica “in quanto a lui non più gradito”. Un intento che non sarebbe riuscito “per cause indipendenti dalla sua volontà e, in particolare, per il rifiuto” dello stesso consigliere comunale rimasto in carica. Per l’accusa, il sindaco lo avrebbe minacciato di farlo “incorrere in un procedimento penale per aver dichiarato di essere in regola con il pagamento dei tributi al momento dell’elezione”. Per questo motivo Muccari e Anania rispondono di concussione in concorso tra di loro.
Il concorso “pilotato”
Il sindaco di Squillace, unitamente a Caccia, Ferrucci e Talotta, sono accusati anche di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. Tutto ruoterebbe intorno alla vittoria di un concorso al Comune di Squillace con la promessa ad un candidato avente titoli idonei a superare la prova (per il quale non si procede perché deceduto) di “dazione di futuri conferimenti di incarichi professionali” qualora avesse rinunciato alla fase finale della selezione per l’assunzione a tempo determinato di un funzionario tecnico di categoria D. L’obiettivo – secondo la ricostruzione degli inquirenti – sarebbe stato quello di far vincere il concorso a Talotta. Muccari – si legge nelle carte dell’inchiesta – su suggerimento del Caccia (interessato alla vicenda poiché, in caso di vittoria del concorso del Talotta, sarebbe subentrato nell’incarico di assessore) avrebbe quindi indotto il candidato a rinunciare alla partecipazione dietro la promessa di futuri conferimenti di incarichi professionali. Cosa effettivamente avvenuta – secondo quanto accertato dalla Procura di Catanzaro – con l’assunzione di Talotta avvenuta con decreto targato settembre 2017. “Con tale condotta – scrivono gli inquirenti – turbavano gli esiti della gara, altresì, procurando all’assunto un ingiusto vantaggio patrimoniale, consistente nel contratto professionale, con speculare danno ingiusto per la Pubblica Amministrazione, pari all’importo delle retribuzioni erogate in relazione a personale la cui maggiore professionalità rispetto ad altri aspiranti non è garantita”.
Venti giorni di tempo per difendersi dalle accuse
Gli indagati potranno adesso difendersi da queste accuse nominando un difensore di fiducia e chiedendo di essere interrogati dal pubblico ministero o dalla polizia giudiziaria per fornire la propria versione dei fatti. Avranno venti giorni dalla notifica del provvedimento per presentare eventuali memorie difensive, produrre documenti o investigazioni difensive prima che la Procura proceda all’eventuale richiesta di rinvio a giudizio.
