di Gabriella Passariello- E’ arrivata sul tavolo dell’ufficio del gip-gup del Tribunale di Catanzaro la richiesta di rinvio a giudizio nell’ambito dell’inchiesta istruita dal pubblico ministero Graziella Viscomi che ruota intorno ad un concorso pilotato al Comune di Squillace nel Catanzarese. Con le accuse a vario titolo di concussione e corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, rischiano il processo il sindaco di Squillace Pasquale Muccari, 66enne; la segretaria comunale Giuseppina Ferrucci, 55 anni di Cicala; Nicola Anania, 66 anni di Squillace; l’assessore comunale Francesco Guerino Caccia, 59 anni di Squillace e l’ex assessore comunale Gregorio Talotta, 42 anni anche lui di Squillace. Secondo le ipotesi accusatorie Muccari, quale sindaco di Squillace, “abusando delle relative qualità e poteri”, avrebbe cercato di indurre, tramite di Nicola Anania, un consigliere comunale eletto a dimettersi dalla carica “in quanto a lui non più gradito”. Un intento che non sarebbe riuscito “per cause indipendenti dalla sua volontà e, in particolare, per il rifiuto” dello stesso consigliere comunale rimasto in carica. Il primo cittadino gli avrebbe prospettato la possibilità di “incorrere in un procedimento penale per aver dichiarato di essere in regola con il pagamento dei tributi al momento dell’elezione”. Per questo motivo Muccari e Anania rispondono di concussione in concorso tra di loro.
Il concorso “pilotato”
Il concorso “pilotato”
Il sindaco di Squillace, in concorso con Caccia, Ferrucci e Talotta, sono accusati anche di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio. Tutto ruoterebbe intorno alla vittoria di un concorso al Comune di Squillace con la promessa ad un candidato avente titoli idonei a superare la prova (e rispetto al quale non si procede perché deceduto) di “dazione di futuri conferimenti di incarichi professionali” qualora avesse rinunciato alla fase finale della selezione per l’assunzione a tempo determinato di un funzionario tecnico di categoria D. L’obiettivo – secondo la ricostruzione degli inquirenti – sarebbe stato quello di far vincere il concorso a Talotta. Muccari, su suggerimento del Caccia (interessato alla vicenda poiché, in caso di vittoria del concorso di Talotta, sarebbe subentrato nell’incarico di assessore), avrebbe quindi indotto il candidato a rinunciare alla partecipazione dietro la promessa di futuri conferimenti di incarichi professionali. Cosa effettivamente avvenuta – secondo quanto accertato dalla Procura di Catanzaro – con l’assunzione di Talotta realizzatasi con decreto del settembre 2017. “Con tale condotta – scrive il magistrato – turbavano gli esiti della gara, altresì, procurando un ingiusto vantaggio patrimoniale, consistente nel contratto professionale, con speculare danno per la Pubblica Amministrazione, pari all’importo delle retribuzioni erogate in relazione al personale la cui maggiore professionalità rispetto ad altri aspiranti non è garantita”.
L’udienza preliminare
Il gup del Tribunale di Catanzaro ha fissato l’udienza preliminare per il prossimo 9 giugno e quel giorno nel contraddittorio tra accusa e difesa, il giudice deciderà se accogliere la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla Procura.
