Condannato a 3 anni per estorsione aggravata dal metodo mafioso, 38enne rimesso in libertà (NOME)

Per la revoca della misura ha avuto peso il comportamento mantenuto durante l’espiazione della pena. L'uomo riuscì a scampare a un agguato, riportando ferite all’addome, al volto e al petto
estorsione aggravata dal metodo mafioso

Domenico Russo, detto “u chiattu”, è stato rimesso in libertà, senza obblighi, dopo circa 20 giorni di carcere. Russo doveva scontare una pena di tre anni, compreso il periodo degli arresti domiciliari. Accolta, dunque, la richiesta del difensore, avvocato Ettore Zagarese.

L’accusa nei confronti del 38enne coriglianese era quella di estorsione continuata e aggravata dal metodo mafioso, la condanna inflitta dal gup distrettuale di Catanzaro, dottor Valente, era stata di quattro anni e quattro mesi di reclusione poi ridotta a 3 anni e 2 mesi dalla Corte di Appello di Catanzaro, in accoglimento dell’appello proposto dal difensore. Per la revoca della misura carceraria ha avuto notevole peso il comportamento mantenuto durante l’espiazione della misura (prima carceraria e poi domiciliare) da parte di Domenico Russo. Comportamento che ha fatto sì che il giudice dell’esecuzione applicasse la nuova misura.

L’accusa nei confronti del 38enne coriglianese era quella di estorsione continuata e aggravata dal metodo mafioso, la condanna inflitta dal gup distrettuale di Catanzaro, dottor Valente, era stata di quattro anni e quattro mesi di reclusione poi ridotta a 3 anni e 2 mesi dalla Corte di Appello di Catanzaro, in accoglimento dell’appello proposto dal difensore. Per la revoca della misura carceraria ha avuto notevole peso il comportamento mantenuto durante l’espiazione della misura (prima carceraria e poi domiciliare) da parte di Domenico Russo. Comportamento che ha fatto sì che il giudice dell’esecuzione applicasse la nuova misura.

Il fatto

Domenico Russo era detenuto nel carcere di Cosenza in seguito ad un provvedimento restrittivo emesso dalla Procura distrettuale di Catanzaro in esecuzione di un ordine di carcerazione per aver estorto somme di denaro ad una importante azienda olearia ionica. Per questi fatti Russo, che era stato intercettato dalle Forze dell’Ordine durante dei dialoghi avvenuti con gli stessi all’interno dell’ospedale di Corigliano, dove si trovava ricoverato dopo essere scampato ad un agguato – colpito da quattro colpi di pistola, rimase ferito all’addome, al volto e al petto – si era dichiarato colpevole specificando di aver compiuto il gesto in maniera autonoma, senza alcun legame con alcuno, senza utilizzare metodi o sistemi cruenti, chiedendo anche di poter risarcire il danno.

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