di Vincenzo Imperitura – Non poteva candidarsi Claudio Falchi, il consigliere dimissionario di Riace e segretario cittadino del partito leghista che durante la campagna elettorale per le amministrative di maggio, disse peste e corna contro il modello d’accoglienza che proprio in quei giorni si stava sgretolando sotto i colpi dell’ex ministro dell’interno Matteo Salvini.
A darne notizia Simone Musco sull’edizione on line del “dubbio”. Falchi, come comunicato dalla prefettura reggina al presidente del consiglio comunale lo scorso 28 agosto «è stato condannato con sentenza del tribunale di Milano divenuta irrevocabile il 7 dicembre 2003 alla pena di anni 2 di reclusione per il reato di bancarotta fraudolenta». E così, accertata l’incandidabilità del consigliere, la prefettura non ha potuto fare altro che comunicare al consiglio la posizione irregolare del segretario leghista, intimandogli di convocare l’assise entro 15 giorni «per i successivi adempimenti di competenza»: in soldoni, comunicare all’assemblea e al diretto interessato, la decadenza dall’organo elettivo. Se non fosse che, con il numero di protocollo immediatamente successivo alla comunicazione della prefettura, lo stesso ex consigliere salviniano presenta le proprie dimissioni con effetto immediato dalla carica di consigliere comunale «a causa di inderogabili motivi di ordine familiare».
A darne notizia Simone Musco sull’edizione on line del “dubbio”. Falchi, come comunicato dalla prefettura reggina al presidente del consiglio comunale lo scorso 28 agosto «è stato condannato con sentenza del tribunale di Milano divenuta irrevocabile il 7 dicembre 2003 alla pena di anni 2 di reclusione per il reato di bancarotta fraudolenta». E così, accertata l’incandidabilità del consigliere, la prefettura non ha potuto fare altro che comunicare al consiglio la posizione irregolare del segretario leghista, intimandogli di convocare l’assise entro 15 giorni «per i successivi adempimenti di competenza»: in soldoni, comunicare all’assemblea e al diretto interessato, la decadenza dall’organo elettivo. Se non fosse che, con il numero di protocollo immediatamente successivo alla comunicazione della prefettura, lo stesso ex consigliere salviniano presenta le proprie dimissioni con effetto immediato dalla carica di consigliere comunale «a causa di inderogabili motivi di ordine familiare».
Dimissioni piuttosto tardive quindi ma che, ovviamente, fanno venire meno le cause di incadidabilità e la convocazione di un apposito consiglio. Circostanza questa, che viene immediatamente comunicata (questione di pochi numeri sul protocollo) dall’amministrazione in Prefettura a Reggio. Un’efficienza rimarchevole che non si è però riproposta con i consiglieri di minoranza, informati della vicenda dall’amministrazione, solo nella giornata di oggi. Una brutta tegola per l’amministrazione Trifoli che ha rimpiazzato come primo cittadino l’ex sindaco Mimmo Lucano proprio ieri rientrato in paese dopo la revoca del divieto di dimora che era stato disposto dal tribunale di Locri. Il segretario della Lega non è più consigliere nel paese che fu dell’accoglienza, al suo posto subentra Leuzzi.
Riace, incandidabilità segretario Lega. Il sindaco: “Falchi dispiaciuto, si è dimesso”