Gli inquirenti lo indicano come uno degli “imprenditori del mattone” più vicini alle elites delle cosche di ‘ndrangheta più temibili: De Stefano, Tegano e Latella. Secondo le indagini patrimoniali eseguite da Carabinieri, Dia e Scico della Guardia di Finanza, l’ingente ricchezza accumulata da Carmelo Ficara, l’imprenditore a cui sono stati confiscati stamane 160 milioni di euro (LEGGI) su richiesta della Procura distrettuale guidata da Giovanni Bombardieri, sarebbe il risultato di un accordo di “mutua assistenza” con le ‘ndrine reggine, che avrebbero assicurato protezione alle attività dell’ imprenditore soprattutto nell’edilizia privata, con la realizzazione di centinaia di abitazioni.
Le ipotesi contestate
Le ipotesi contestate
Associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di beni, autoriciclaggio, sono le ipotesi contestate a Ficara, scaturite dall’inchiesta “Monopòli” della Dda nel 2018, uno spaccato che conferma in maniera evidente il controllo della ndrangheta nel settore edile, l’attività più lucrosa dell’ economia reggina.