Nessun atto ancora notificato a Claudio Parente. E’ quanto precisano in una nota i legali dell’ex consigliere regionale, gli avvocati Giacomo Maletta e Antonio Iannone in merito alla proroga delle indagini chiesta dalla Procura di Catanzaro nell’ambito di un’inchiesta che vede indagati anche due consiglieri comunali per abuso d’ufficio. Attraverso i suoi difensori, Parente ribadisce di non avere alcuna difficoltà nell’affermare che “ogni fattispecie sarà senz’altro chiarita nelle sedi competenti” manifestando la disponibilità, sin da ora, ad essere sentito dal pm titolare dell’inchiesta. “Si ribadisce come nei confronti degli stessi – precisa la nota riferendosi a Sergio Costanzo e Nicola Fiorita – per le dichiarazioni riportate nell’esposto e pubblicate sui giornali, siano state già esperite diverse querele (depositate sin da mese di luglio 2019) e ulteriori integrazioni di querela (di cui l’ultima nel mese di giugno 2020 verso il Costanzo), sia a firma del dott. Parente che dell ‘Associazione interregionale Vivere Insieme, affidate ad altro pm. Al riguardo, giova altresì specificare come i medesimi querelanti (dott. Parente e Vivere Insieme) siano stati anzitempo escussi a sommarie informazioni, durante le quali sono stati esibiti tutti i pertinenti atti e descritte le relative fattispecie, che si sono succedute in circa 20 anni. Ciò, al fine di chiarire in modo definitivo e perentorio la correttezza dell’operato dell’Associazione e i danni dalla stessa subiti per inerzia amministrativa di burocrati e dirigenti, forse troppo spesso condizionati da atteggiamenti intimidatori, come può evincersi anche da denunce presentate da chi ha rivestito questi ruoli”.
“Riguardo il riferimento all’inserimento nella struttura di consigliere regionale di due congiunti dei consiglieri comunali, oggetto dell ‘indagine, preme chiarire – prosegue la nota – come trattasi, esclusivamente, di nomine fiduciarie di due iscritti al Movimento Officine del Sud, ovvero un laureato ed una laureanda, effettuate dal dott. Parente, appena insediatosi in consiglio regionale e quindi scevre da qualsivoglia situazione spazio-temporale, a cui i denuncianti pretenderebbero di far riferimento. A tanto aggiungasi che, per le medesime e reiterate dichiarazioni e illazioni del Costanzo, siano stati già instaurati (a fine 2019) giudizi civili risarcitori, attualmente pendenti presso il Tribunale di Catanzaro. Si tiene a precisare che i predetti giudizi sono ancora in itinere ed hanno richiesto un grandissimo sforzo da parte del collegio di difesa e degli ufficiali giudiziari per il perfezionamento della notifica, posto che la residenza dello stesso Costanzo era a molti sconosciuta, nonostante la produzione di un certificato di residenza”.
“Riguardo il riferimento all’inserimento nella struttura di consigliere regionale di due congiunti dei consiglieri comunali, oggetto dell ‘indagine, preme chiarire – prosegue la nota – come trattasi, esclusivamente, di nomine fiduciarie di due iscritti al Movimento Officine del Sud, ovvero un laureato ed una laureanda, effettuate dal dott. Parente, appena insediatosi in consiglio regionale e quindi scevre da qualsivoglia situazione spazio-temporale, a cui i denuncianti pretenderebbero di far riferimento. A tanto aggiungasi che, per le medesime e reiterate dichiarazioni e illazioni del Costanzo, siano stati già instaurati (a fine 2019) giudizi civili risarcitori, attualmente pendenti presso il Tribunale di Catanzaro. Si tiene a precisare che i predetti giudizi sono ancora in itinere ed hanno richiesto un grandissimo sforzo da parte del collegio di difesa e degli ufficiali giudiziari per il perfezionamento della notifica, posto che la residenza dello stesso Costanzo era a molti sconosciuta, nonostante la produzione di un certificato di residenza”.
“Per quanto sopra, siamo fiduciosi – concludono gli avvocati di Parente – che le Autorità competenti sapranno chiarire chi sia nel giusto e chi, invece, abbia inteso, solo condizionare la pubblica amministrazione, diffamando e denigrando persone che non hanno mai voluto piegarsi a questo censurabile modo di agire, cosi come stanno cercando di fare altri ben individuati soggetti, già più volte denunciati alle autorità competenti, che si ergono a moralizzatori, ma al contempo sono notoriamente imputati per riprovevoli fattispecie di reato, che vivono di attacchi mediatici coordinati da chi si spaccia come baluardo di legalità, mentre fa parte di associazioni deviate o favorisce, tramite i ruoli ricoperti, la criminalità organizzata”.
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