Consiglio comunale “infuocato” a Vibo: l’opposizione attacca e l’assessore in “smart working” si difende

Aspro confronto nell'aula consiliare. Approvati al termine di un acceso dibattito la nuova proposta di Piano di riequilibrio e il rendiconto 2022

È stato un consiglio comunale particolarmente animato nei toni, quello svoltosi ieri, nell’aula di Palazzo Luigi Razza a Vibo, avente ad oggetto due importantissime pratiche di natura economico-finanziaria: il resoconto del 2022 e la proposta di presentazione di un nuovo Piano di riequilibrio finanziario pluriennale dopo l’inammissibilità del precedente ad opera delle sezione riunite della Corte dei Conti. Ma più in generale il “campo di battaglia” oltre che sotto l’aspetto tecnico è stato prettamente politico, in particolare sull’operato del sindaco e dell’assessore al Bilancio, principali destinatari degli strali della minoranza.

La difesa del sindaco e l’assessore in “smart working”

La difesa del sindaco e l’assessore in “smart working”

Da parte sua Maria Limardo, ha effettuato una strenua difesa del proprio componente della giunta che ha ringraziato “per la professionalità e la competenza nella difficile vicenda del Prfp”. Ma sono parole che non hanno fatto presa tra la minoranza sia per quanto concerne il Piano che la condotta dell’assessore che non mancherà infatti di essere il principale bersaglio delle critiche. Il sindaco si è poi soffermato sulle assenze della Nardo precisando che “negli anni in cui ci troviamo non è affatto necessario essere presenti fisicamente, chi vuole lavorare può farlo anche da lontano, in smart working. Il suo lavoro è stato indispensabile e alla luce di questa sentenza della Corte dei conti, non possiamo che essere orgogliosi. Il Piano di riequilibrio – ha aggiunto – è stato rigettato perché originariamente non erano sussistenti i presupposti e non perché non era meritorio di non essere approvato sotto il profilo della sostenibilità finanziaria”. Una sentenza che “rappresenta una grande vittoria di questa amministrazione e dell’assessore Nardo e quindi questo evidentemente non si può reggere”, ha detto rivolgendosi alla minoranza. Un verdetto del quale il sindaco ha voluto “rivendicarne il contenuto positivo e, secondo la stessa, se errore c’è stato è stato del Commissario che ha proposto la procedura, del Consiglio a mandarlo avanti, della Corte dei conti Calabria a determinare nel merito il Piano, del ministero ad invitarci ad andare avanti, e anche delle Sezioni riunite stesse che avrebbero dovuto dichiarare l’improponibilità fin dal primo giorno”. Insomma uno sbaglio generale ma su un terreno ancora inesplorato, ha evidenziato il sindaco che, infine, parlando del rendiconto 2022 ha riferito essere “migliorativo in quanto il risultato di amministrazione è di 31,8 milioni a fronte di 40 milioni rilevato in sede di accordo con il governo”.

Opposizione all’attacco: “La politica non si fa a distanza”

Esaurito l’intervento del primo cittadino, la parola è passata alle opposizioni. La prima ad intervenire è stata la consigliera Laura Pugliese (Pd) che ha evidenziato come le dichiarazioni della Limardo siano “assai gravi, al pari delle violazioni di legge certificate dalla magistratura contabile, circa la definizione di essere orgogliosi della sentenza. Ma orgoglio di cosa? Dell’ignorantia legis? Il sindaco ha operato una ricostruzione non precisa e non corretta così come è stata scellerata la scelta di adire ad una nuova procedura di riequilibrio finanziario”. E sull’assessore: “La politica non si fa a distanza, ma sul territorio, negli uffici”. Per Policaro (Vibo Democratica) la “bocciatura del Piano non è avvenuta nel merito, che tra l’altro non è stato esaminato; rimango basito del fatto che non è stato rimodulato il piano entro il termine perentorio previsto per legge. Come mai? Se ciò fosse avvenuto si sarebbe aperto uno scenario diverso, con una valutazione nel merito del Piano e di conseguenza ciò avrebbe comportato una decisione nel merito”. Strali pesanti sono stati mossi anche da Lorenza Scrugli (Vibo da Vivere) e Silvio Pisani (M5S) che hanno parlato delle “carenze in ogni settore”: “Ricorderemo per le pessime scelte e le assenze dell’assessore: in Comune, con i cittadini che non ha mai ricevuto, nelle Commissioni, in Giunta, in Consiglio e conferenza stampa. Tra l’altro è l’unico a non avere neanche una stanza a disposizione”.

L’assessore Nardo, la “nuova strada” e l’ascolto del cittadino

Da parte sua, l’assessore Nardo ha rivendicato con forza ogni passo del proprio operato sia per quanto concerne il piano di riequilibrio sia su tutte le attività connesse allo stesso finalizzate ad evitare la dichiarazione di un secondo dissesto. “Qual è la procedura a cui l’ente può far ricorso per ripianare il disavanzo di 31 milioni? Qual era la scelta che nel 2019 doveva fare il consiglio? E qual è la scelta che dovrebbe fare questo? Nessuno quattro anni fa ha detto che la strada sarebbe stata in discesa ma adesso la situazione finanziaria sta migliorando e questo perché ogni passaggio fatto è stato a mio avviso corretto. Noi abbiamo aperto una nuova strada, chiedendo dei pareri a chi di competenza”. La stessa Nardo, se da un lato si è scusata con i consiglieri per non essere stata presente per fornire chiarimenti, dall’altro ha innescato con le sue parole un’altra polemica: “Quando qualcuno mi chiama cerco di dare spiegazioni nel merito, però non sarò mai l’assessore che si sostituisce alle attività gestionali e che andrà ad ascoltare il cittadino nel merito di una cartella sulla posizione tributaria. Lungi da me tutto questo perché chi interpreta il ruolo dell’assessore al Bilancio in tal senso ha preso un abbaglio”. Parole che hanno generato la replica della consigliera Pugliese che ha parlato di “atteggiamento arrogante che offende i suoi colleghi assessori che sono sempre negli uffici ricevendo i cittadini. Oltre questo ha dimostrato di non avere competenze tecniche”. Il dibattito è proseguito per tutto il resto della giornata, con ampi ed articolati interventi da tutte le parti, terminando a tarda sera con l’approvazione di entrambi i punti da parte del Consiglio comunale. Ma la minoranza, c’è da aspettarselo, tornerà a caricare a testa bassa, chiedendo le dimissioni di sindaco ed esecutivo, fino alla fine della consiliatura. (f.p.)

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