Consiglio regionale, l’emergenza-rifiuti “accende” la seduta d’Aula

di Mario Meliadò – Terminato il dibattito introduttivo sulle vicepresidenze delle Commissioni consiliari, che saranno dunque attribuite solo in una fase successiva, da metà pomeriggio il Consiglio regionale s’è soffermato sugli altri punti in programma, quelli dall’ottavo in poi; in parecchi casi, licenziati anche molto rapidamente.

Prima partita, quella sul riaccertamento dei residui attivi e passivi, ppa approvato a voti unanimi.

Prima partita, quella sul riaccertamento dei residui attivi e passivi, ppa approvato a voti unanimi.

La proposta (firmata da Tilde Minasi e Gianni Arruzzolo) di modifica delle disposizioni transitorie sui requisiti strutturali e organizzativi per le strutture socioeducative per la prima infanzia, con la proroga per il termine per il loro adeguamento da fine giugno alla fine dell’anno passa, ma con l’astensione annunciata dei gruppi di minoranza. Il punto, spiega la leghista Minasi, è che «non si può non tener conto di quanto ha inciso l’emergenza-Covid: al contempo, s’eviterà così l’interruzione di un servizio essenziale». Tutto, argomenta l’assessore al settore Gianluca Gallo, «secondo quanto rappresentato dagli stessi operatori».

Ma l’astensione delle forze di minoranza dà lo spunto a Baldo Esposito per spiegare perché sia indispensabile mettere in operatività le Commissioni: «In quella sede vanno sviscerate le proposte di legge, e al più presto; altrimenti i consiglieri d’opposizione continueranno ad arrivare in Aula e astenersi, con un atteggiamento sterile che non fa onore ai loro stessi numerosi elettori».

Le integrazioni al Piano Casa sono invece lardellati d’emendamenti dall’udiccino Nicola Paris e dal santelliano Vito Pitaro, accolti a maggioranza.
Relaziona sui cinque articoli Pierluigi Caputo, sempre di Santelli Presidente: in particolare, con l’art. 4 per come modificato «varia sostanzialmente la sola entità dell’incremento della superficie delle unità immobiliari dal 15 al 20%, entro lo stesso limite massimo di 70 metri quadri», limite che è di 200 metri quadri per destinazioni non residenziali, e la possibilità d’incremento volumetrico «anche per edifici unifamiliari maggiori di mille metri cubi, a condizione che migliorino la classe energetica o l’efficienza sismica», mentre l’art. 5 modificato «demanda ai Comuni l’altezza massima realizzabile». Invece gli emendamenti di maggioranza hanno provocato le censure del piddino Mimmo Bevacqua: «Sarei molto più cauto con emendamenti che snaturano i princìpi alla base della proroga del Piano Casa».

Rinviata invece, per un più puntuale approfondimento in Commissione insieme ai rappresentanti degli Ordini professionali, la trattazione del disegno di legge della giunta Santelli sulle procedure in merito a interventi volti alla pianificazione territoriale in prospettiva sismica, con abrogazione della legge numero 37 del 2015. È l’occasione, per Graziano Di Natale (Io resto in Calabria), per stigmatizzare l’elevato numero di provvedimenti portati direttamente all’attenzione dell’Aula senza avere le necessarie caratteristiche d’urgenza.

Recuperata quindi la convalida di consiglieri e assessori regionali, licenziata senza problemi.

Le criticità tornano invece con la proroga a fine 2021 l’attuazione del Piano Rifiuti, cioè della possibilità di continuare a conferire in discarica, tema attualissimo specie per Reggio Calabria. «Quale credibilità può avere la classe dirigente di una Regione come la nostra se si autorizzano ampliamenti per 200mila metri cubi per la discarica di Lamezia Terme, a un passo da un Aeroporto internazionale, o si dice “sì” a discariche come Celico o San Giovanni in Fiore?», si chiede Francesco Pitaro, ricordando i troppi anni di (vano) commissariamento governativo e tacciando la giunta Santelli di «sostanziale continuità col passato». E opera due proposte: una Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e l’istituzione di un “tavolo” di confronto permanente sul tema.
Già al prossimo Consiglio, è la replica fornita da Paris nel dar conto anche della protesta in corso davanti a Palazzo Campanella, «inviterei il presidente Santelli e l’assessore all’Ambiente Sergio De Caprio a dire come stanno le cose e quali misure si stiano adottando per arginare il fenomeno».

«Troppi i rifiuti che ancòra finiscono in discarica, fallimentari tutte le azioni fin dall’insorgere dell’emergenza, nel 1997 – argomenta il collega di partito dell’Udc Pino Graziano –, con troppe inutili movimentazioni verso l’unico termovalorizzatore di Gioia Tauro e una differenziata a livelli ancòra risicati: bisogna portarla tra il 95 e il 97%, incentivare la produzione del compost, realizzare l’impiantistica, promuovere l’economia circolare: così si risolverà il problema», afferma il consigliere rossanese. Che però non lesina attacchi agli Enti locali: «Gli Ato e gli Aro vanno chiamati urgentemente alle loro responsabilità – afferma Graziano –, non si tratta di “gettare la croce” sulle Autonomie locali ma di riconoscere che oggi il problema non è della Regione, ma di chi produce scarti sul proprio territorio».

Dopo un dibattito di largo respiro («Si commissarino gli Ato malfunzionanti e si sostituiscano i commissari inadeguati», auspica ad esempio Filippo Pietropaolo di Fdi; «Noi non possiamo lasciare Reggio Calabria, la più grande città della Calabria, in queste condizioni. E non possiamo scaricare le responsabilità sui Comuni – tuona l’altro meloniano Raffaele Sainato – : con l’estate alle porte, dobbiamo bypassarli e provvedere direttamente come Regione, in surroga, anche alla raccolta dei rifiuti»), “disco verde” per la norma che differisce a fine 2021 l’addio allo stato d’emergenza ambientale (sarebbe scoccato domani, martedì 30 giugno…), visto che «non sono stati ancòra realizzati gli impianti pubblici previsti nella pianificazione regionale» e gli Ambiti territoriali ottimali, nei fatti, non sono messi nelle condizioni d’operare in regime d’autosufficienza.

Tra gli altri provvedimenti licenziati, riconoscimento di debiti fuori bilancio e normativa in tema di Demanio marittimo, ma pure mozioni a sostegno dell’acquacoltura e dei pescatori del Crotonese. La sessione di Consiglio si chiude poco dopo le 20,30.

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