Consiglio regionale, rinviati rimodulazione dei fondi Pac e dibattito sull’ambiente

di Mario Meliadò – Dopo la parte introduttiva interamente incentrata sulle dimissioni di Pippo Callipo, il Consiglio regionale di ieri s’è trovato a fronteggiare diversi altri punti all’ordine del giorno più altri argomenti inseriti a inizio seduta. Tra quelli residui, due dei punti politicamente più rilevanti – rimodulazione dei fondi del Piano d’azione/coesione e dibattito sull’ambiente –, come vedremo, sono stati rinviati. Via libera a tutto il resto, compresa la mozione sul Ponte sullo Stretto che fa capolino per l’ennesima volta nella storia della Calabria.

Parecchie le contestazioni da parte della minoranza, a partire dall’anticipazione di liquidità in favore degli Enti del Servizio sanitario regionale. «Ma qual è l’urgenza di questa relazione, nel momento in cui non c’è un atto prodotto dalla Giunta?» s’è chiesto Mimmo Bevacqua, “spina nel fianco” del centrodestra per l’intera sessione di lavori, sùbito prima della relazione dell’assessore regionale al Bilancio Franco Talarico. «Non è stata una scelta semplice, proprio perché l’anticipazione di liquidità poteva essere una buona occasione per dare un po’ di ristoro alle Aziende sanitarie e coprire un po’ di quei debiti certi liquidi ed esigibili al 31 dicembre, in modo che Aziende sanitarie e ospedaliere avessero poi modo di pagare i fornitori: l’interesse era solo dell’1,2%, noi chiedevamo cento milioni di euro alla Cassa depositi e prestiti », ha affermato l’assessore in riferimento anche al dialogo serrato coi Dipartimenti regionali Bilancio, Personale e Sanità.

Parecchie le contestazioni da parte della minoranza, a partire dall’anticipazione di liquidità in favore degli Enti del Servizio sanitario regionale. «Ma qual è l’urgenza di questa relazione, nel momento in cui non c’è un atto prodotto dalla Giunta?» s’è chiesto Mimmo Bevacqua, “spina nel fianco” del centrodestra per l’intera sessione di lavori, sùbito prima della relazione dell’assessore regionale al Bilancio Franco Talarico. «Non è stata una scelta semplice, proprio perché l’anticipazione di liquidità poteva essere una buona occasione per dare un po’ di ristoro alle Aziende sanitarie e coprire un po’ di quei debiti certi liquidi ed esigibili al 31 dicembre, in modo che Aziende sanitarie e ospedaliere avessero poi modo di pagare i fornitori: l’interesse era solo dell’1,2%, noi chiedevamo cento milioni di euro alla Cassa depositi e prestiti », ha affermato l’assessore in riferimento anche al dialogo serrato coi Dipartimenti regionali Bilancio, Personale e Sanità.

«Il “decreto legge 34” ha stanziato 12 miliardi di euro (8 per Comuni e Regioni, 4 specifici per la Sanità) da utilizzare proprio per coprire i debiti degli Enti: circa 150 Comuni calabresi hanno attinto a quest’opportunità – ha fatto presente Talarico –. In una prima fase, quasi tutte le Aziende sanitarie avevano chiesto fatture e anticipazioni di liquidità per 600 milioni di euro complessivi. Quando però abbiamo chiarito che potevano essere utilizzati solo per i debiti scritti sulle piattaforme commerciali, i 600 milioni richiesti si sono ridotti a 219; e quando abbiamo puntualizzato che questi debiti dovevano risultare dal bilancio approvato al 31 dicembre, i 219 milioni di euro sono diventati cento. Questo ci fa capire della gestione non proprio rigorosa o attenta che avviene nelle Asp. In più, dal provvedimento nasceva l’obbligo per noi di bloccare l’età pensionabile e in sostanza di procedere a nuove assunzioni per i prossimi anni: questo non ci ha convinto, quindi oggi non approveremo alcun provvedimento. Ma la gran mole debitoria in capo ad Aziende sanitarie o ospedaliere ci preoccupa, e certifica che il “decreto Calabria” non solo non ha risolto nulla, ma a fronte di una Sanità calabrese che tuttora non riesce a dare risposte ha prodotto nuovo debito».
E il presidente dell’Assemblea Mimmo Tallini ha posto l’accento proprio sulle «condizioni vessatorie» previste, come appunto il blocco del turnover per l’intera durata del prestito.
Tra gli interventi, Bevacqua ha chiesto «uno scossone» da parte dell’Assemblea «mandando a casa» top manager esclusivamente settentrionali alla guida delle Asp, mentre il leghista Filippo Mancuso ha sottolineato che «la normativa ha prodotto false attese: ci si era illusi di poter affrontare il debito regionale e dare un impulso all’economia».

Poco dopo le 20, licenziata rapidamente la proposta di provvedimento amministrativo sul quadro di Azioni prioritarie (Paf) per “Natura 2000” in Calabria quanto alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e flora e fauna selvatiche. A questo punto, l’assessore alle Politiche agricole Gianluca Gallo ha chiesto un’inversione all’ordine del giorno per anticipare la trattazione del ppa numero la trattazione del ppa numero 49 sul rinnovo della convenzione con le case-famiglia, trovandosi però le resistenze di Bevacqua che già in Conferenza dei capigruppo aveva chiesto che di rifiuti si discutesse sùbito dopo il  “capitolo Callipo”.

I bilanci 2020/2022 di Aterp, Arpacal ed Empr (Ente per i Parchi marini regionali) passano poi con l’astensione di Io resto in Calabria e il voto contrario del Pd; in mezzo la rimodulazione dei fondi Pac (Piano d’azione coesione) 2007/2013, in sostanza ritirata per via di un errore materiale nella compilazione delle schede d’intervento: se ne riparlerà al prossimo Consiglio, stavolta con le schede corrette.
C’è ancòra spazio per l’ok alla ppa d’iniziativa della Giunta sull’«avvio di percorso di costruzione del Programma operativo regionale Fesr/Fse Plus 2011/2027.

Sono appena passate le 21, quando si potrebbe arrivare al nono – e originariamente ultimo – punto in programma, il dibattito sull’emergenza rifiuti: ma l’Aula è già semideserta, Mimmo Bevacqua chiede si possa attribuire maggiore dignità al dibattito programmandolo al centro di una seduta monotematica. Ne nasce un confronto quasi paradossale, perché il centrodestra e ancor più il presidente d’Assemblea si dimostrano ben comprensivi verso la richiesta, visto che effettivamente la discussione ne uscirebbe in qualche modo menomata anche dal punto di vista della debita attenzione che richiede rispetto ai territori, Reggio Calabria in testa, che per i rifiuti stanno soffrendo; ma a opporsi è Io resto in Calabria, che vorrebbe comunque espletare il dibattito in corso di seduta, anche per non risultare irrispettosi verso l’assessore all’Ambiente Sergio De Caprio, presente in Aula. Alla fine, si decide che d’emergenza ambientale si discuterà in altra occasione.

Esaurito l’odg originario, passano anche l’ordine del giorno firmato da Tallini, Vito Pitaro, Filippo Pietropaolo e Tilde Minasi per dare sostegno alla candidatura di Tropea a Capitale italiana della Cultura 2012: un’operazione, fa notare fra gli altri il forzista Mimmo Giannetta in sede di discussione, «rispetto alla quale non basta “partecipare”, ma bisogna assolutamente vincere perché centrare quest’obiettivo potrebbe contribuire a far rinascere la Calabria».

Un po’ la stessa cosa che, secondo il presidente Tallini, accadrebbe con la costruzione del Ponte sullo Stretto, oggetto d’altra mozione discussa immediatamente dopo: qui però le distanze ci sono, la mozione passa a maggioranza.
Ok anche al rinnovo della convenzione tra Regione e Gruppi d’appartamento per l’erogazione di servizi socio assistenziali, così come per la mozione di minoranza – proponente, Marcello Anastasi (Iric) – per le assegnazioni provvisorie nel mondo della scuola e per la legge sui «bandi relativi a finanziamenti in materia di programmazione unitaria», che vede primo firmatario il santelliano Pierluigi Caputo.

Spazio ancòra per due ulteriori provvedimenti: salute e turismo, in un ordine del giorno presentato e illustrato in aula dalla Minasi, e la mozione – però bocciata grazie ai differenti numeri nel centrodestra – con cui Graziano Di Natale chiedeva l’istituzione di una Commissione medica territoriale a supporto degli operatori balneari (anche se, spiega lui, in realtà la Commissione già esiste: manca solo l’inserimento di un virologo, «procedere senza è come andare in guerra senza un fucile».

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