Con le accuse, a vario titolo, di corruzione, peculato, falso, abuso d’ufficio tentato e consumato e varie forme di concussione, il gup del Tribunale di Lamezia Terme Rossella Prignani ha rinviato a giudizio dirigenti, funzionari, componenti del Cda della Sacal, coinvolti nell’inchiesta Eumenidi. Si tratta di Massimo Colosimo, Ester Michienzi, Pieluigi Mancuso, Sabrina Mileto, Angelina Astorino, Rosario Pietro Floriano Noto, Giuseppe Vincenzo Mancuso,Vincenzo Bruno, Giuseppe Mancini, Floriano Siniscalco, Vincenzo Bruno Scalzo, Giampaolo Bevilacqua, Marcello Mendicino, Pasquale Clericò e Pasquale Torquato. Il giudice per l’udienza preliminare ha sentenziato solo per alcuni capi di imputazione il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione a carico di Michienzi e Clericò e per singoli capi di accusa il non luogo a procedere sempre per Michienzi, perché il fatto non sussiste. Per Luigi Silipo e Ferdinando Saracco il gup ha dichiarato il non doversi procedere, perché il fatto non sussiste. Il processo, per coloro che sono stati rinviati a giudizio, inizierà il prossimo 24 settembre davanti ai giudici del Tribunale collegiale. Secondo le ipotesi accusatorie i viaggi, le spese di alloggio, il taxi e il noleggio di auto le avrebbe pagate la Sacal. Dalla Calabria alla Lombardia, trasferte di piacere in alberghi di lusso, con “la formula all inclusive” con tanto di pernottamento, pranzo e cena. Tutto a spese della Sacal. La responsabile dell’area Legale- Affari generali e personale Ester Michienzi, il presidente Massimo Colosimo con il placet del direttore generale Pierluigi Mancuso avrebbero intascato ben 4.399,95 per “spese di missione” sostenute nel corso di un viaggio a Milano il 18 e 19 giugno 2015, un viaggio di carattere esclusivamente personale, senza alcun motivo aziendale o di servizio. Entrambi si sarebbero recati a Milano con volo diretto da Lamezia Terme soggiornando all’hotel Bulgari. E avrebbero affittato finanche una limousine “con la quale si sarebbero spostati nella mattinata seguente a Torino per rimanerci circa un’ora e mezza e poi fare ritorno a Milano da dove sarebbero ripartiti in aereo per Lamezia Terme”.
Alberghi di lusso. In occasione di alcuni corsi di formazione l’Università la “Bocconi” di Milano avrebbe offerto ai partecipanti ai corsi anche l’ospitalità alberghiera a tariffe e condizioni vantaggiose in hotel a 4 stelle, per un costo minimo di 117 euro e un massimo di 179 euro a notte, nelle date 20-22 marzo 2014, 24- 25 novembre 2014 e 26-27 gennaio 2015. Ma Colosimo e Mancuso, non avrebbero usufruito delle offerte dell’Ateneo, spendendo 8.688,00 euro, somma interamente rimborsata dalla Sacal. Entrambi in assenza di una qualsiasi formale autorizzazione rilasciata dalla Sacal, “pernottavano all’hotel Bulgari e Armani di Milano. Colosimo poi si sarebbe appropriato della somma di 204,78 euro per l’acquisto di un biglietto aereo relativo al volo di andata e ritorno Lamezia Terme- Roma del 16 gennaio 2015 e in un’altra occasione avrebbe messo sul conto Sacal una serie di colazioni e pranzi effettuati al ristorante “Mare Chiaro” di Gizzeria per un totale di 845 euro. Colosimo e Michienzi “si sono appropriati di somma di 790 euro- si legge nell’ordinanza- per l’acquisto di un iphone col consenso del presidente. E Gianpaolo Bevilacqua avrebbe intascato 2.210,87 euro a titolo di rimborso “per spese chilometriche amministratori”, nonostante fosse residente nel Comune di Lamezia dove ha sede la Sacal, a due passi dal posto di lavoro.
Alberghi di lusso. In occasione di alcuni corsi di formazione l’Università la “Bocconi” di Milano avrebbe offerto ai partecipanti ai corsi anche l’ospitalità alberghiera a tariffe e condizioni vantaggiose in hotel a 4 stelle, per un costo minimo di 117 euro e un massimo di 179 euro a notte, nelle date 20-22 marzo 2014, 24- 25 novembre 2014 e 26-27 gennaio 2015. Ma Colosimo e Mancuso, non avrebbero usufruito delle offerte dell’Ateneo, spendendo 8.688,00 euro, somma interamente rimborsata dalla Sacal. Entrambi in assenza di una qualsiasi formale autorizzazione rilasciata dalla Sacal, “pernottavano all’hotel Bulgari e Armani di Milano. Colosimo poi si sarebbe appropriato della somma di 204,78 euro per l’acquisto di un biglietto aereo relativo al volo di andata e ritorno Lamezia Terme- Roma del 16 gennaio 2015 e in un’altra occasione avrebbe messo sul conto Sacal una serie di colazioni e pranzi effettuati al ristorante “Mare Chiaro” di Gizzeria per un totale di 845 euro. Colosimo e Michienzi “si sono appropriati di somma di 790 euro- si legge nell’ordinanza- per l’acquisto di un iphone col consenso del presidente. E Gianpaolo Bevilacqua avrebbe intascato 2.210,87 euro a titolo di rimborso “per spese chilometriche amministratori”, nonostante fosse residente nel Comune di Lamezia dove ha sede la Sacal, a due passi dal posto di lavoro.
Raccomandati. Secondo le ipotesi accusatorie vi sarebbe stata l’irregolare gestione del progetto “Garanzia giovani” finanziato con fondi pubblici, finalizzato ad inserire in un tirocinio retribuito alla Sacal solo a persone meritevoli e rispondenti a precisi requisiti. Le indagini avrebbero invece dimostrato che, “in seguito alle pressioni indebite di ogni tempo, perpetrate anche da politici locali e dirigenti pubblici, sarebbero stati selezionati soltanto amici e parenti degli imputati, attraverso interventi artificiosi sulle procedure di selezione previste dal bando pubblico”.
Consulenze “fantasma”. Dalle indagini sono anche emersi ulteriori episodi illeciti relativi all’affidamento di consulenze “fantasma” per decine di migliaia di euro e artefatte selezioni di personali per incarichi interni, tutti lautamente retribuiti con soldi pubblici e affidati a persone che sarebbero “risultati in possesso di requisiti inferiori rispetto agli altri concorrenti illegittimamente esclusi, ricorrendo ad atti falsi”.
Il collegio difensivo. Sono impegnati nel processo, tra gli altri, gli avvocati Ermenegildo Massimo Scuteri, Nicola Cantafora, Danilo Iannello, Antonio Larussa, Francesco Gambardella, Lucio Canzoniere, Vincenzo Ioppoli, Donatella Montesano, Saverio Loiero, Vittoria Aversa e Giovanni Canino. (g. p.)