La Sicilia e la Sardegna sono a rischio zona gialla da lunedì 16 agosto. Mentre Toscana e Calabria potrebbero lasciare l’area bianca nelle settimane successive, la prima per l’incidenza dei casi ogni centomila abitanti e la seconda per l’occupazione dei posti nei reparti ordinari. Si attende il report dell’Istituto Superiore di Sanità e del ministero della Salute e delle eventuali nuove ordinanze del ministro Roberto Speranza, in programma per venerdì 13 agosto.
Attualmente la Sicilia ha il 14% dei letti ordinari e il 7% di quelli intensivi impegnati da pazienti Covid. Le soglie da superare per andare in giallo sono rispettivamente del 15 e del 10%. Mentre la Sardegna è la regione con l’incidenza settimanale più alta, cioè a 144 casi per 100mila abitanti. Se tra oggi e domani dovesse salire a 150 casi, passerebbe in zona gialla. Per i letti di area non critica la regione più vicina alla soglia del 15% è la Calabria con l’11%. Ma comunque bisogna sforare entrambe i valori per essere spostati in uno scenario diverso dal bianco. Intanto, secondo il monitoraggio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), In sette regioni cresce l’occupazione di posti letto nei reparti ospedalieri di area non critica da parte di malati Covid, ovvero Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Molise, Puglia e Sicilia. Proprio quest’ultima, arriva così a quota 14%, un punto sotto la soglia del 15%, indicata come uno dei parametri per il cambio di colore delle regioni.
Quali sono le regioni a rischio zona gialla da fine agosto
Cresce anche l’incidenza settimanale dei casi, con 3 regioni che superano quota 100, ovvero Sardegna, Sicilia, e ben 11 che sono tra 50 e 100. Così come aumenta il tasso di occupazione delle terapie intensive Covid in 4 regioni, Emilia-Romagna, Lombardia, Toscana e, soprattutto nel Lazio che arriva al 7%, mentre resta stabile un punto oltre la soglia d’allerta del 10% la Sardegna. Il tasso di occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid-19 nei reparti di malattie infettive, medicina interna e pneumologia da parte di pazienti Covid resta al 5%, a livello nazionale. Oltre alla Sicilia, i numeri più elevati si vedono in Calabria (11%), seguita da Basilicata, Campania, Lazio e Sardegna al 7%. Per quanto riguarda il tasso di occupazione di terapie intensive da parte di pazienti Covid, dopo settimane di stabilità, i dati vedono una crescita dell’1% a livello nazionale, arrivando al 4%. È stabile la Sardegna all’11%, oltre la soglia del 10%. Secondo quanto emerge dalle analisi del matematico Giovanni Sebastiani dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “Mauro Picone” del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) invece la Sicilia potrebbe finire in zona gialla tra dieci giorni e la Sardegna tra 17. E questo perché i nuovi casi di infezione aumentano con un ritmo almeno 3 volte più lento rispetto a quanto accadeva nell’ottobre 2020 e, degli infetti registrati, solo un terzo finisce in ospedale.
Cosa cambia con la zona gialla
Secondo le nuove regole del governo Draghi in zona gialla torna soltanto l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto, ma non il coprifuoco. Cambiano anche le regole per bar e ristoranti che però non vengono chiusi: in zona bianca il limite di persone sedute allo stesso tavolo è di sei al chiuso, mentre all’aperto le tavolate sono libere; in zona gialla, invece, la soglia è di quattro persone, sia per i tavoli all’interno dei locali ma anche fuori. Niente limitazioni agli spostamenti all’interno della regione o tra una regione e l’altra.
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