Un numero così alto di casi positivi in sole 24 ore non si era mai verificato, neanche a marzo, picco massimo dell’epidemia. Sono stati 7.332 i contagiati ieri in Italia, contro i 5.901 del giorno precedente e i 6.557 del 21 marzo. Certo, a marzo i tamponi effettuati erano stati 26mila, mentre ieri oltre 152mila. E il rapporto positivi/tamponi era pauroso, il 25%, uno su 4, mentre oggi è al 4,8% come media nazionale. Allora i morti erano 793, ieri 43. Il campanello d’allarme è l’aumento impressionante dei ricoveri: 464 in un solo giorno, più altri 25 pazienti finiti in terapia intensiva. Ora il totale in Italia è di 539 persone in terapia intensiva, e 5.470 ricoverati con sintomi.
Nuovo lockdown?
Nuovo lockdown?
Solo tre giorni fa Giuseppe Conte diceva di escludere un nuovo lockdown nazionale. Martedì non ne era più così sicuro: “Dobbiamo evitare di far ripiombare il Paese in un lockdown generalizzato”. Ieri, infine, quando gli è stato chiesto un commento in merito al lockdown previsto per Natale dal virologo Crisanti, il presidente del Consiglio ha risposto senza escludere nulla. “Io non faccio previsioni. Io faccio previsioni sulle misure più idonee, adeguate e sostenibili per prevenire un lockdown. Molto dipenderà dal comportamento dei cittadini.
Smettiamola con le polemiche, la formula vincente è collaborare e rispettare le regole restrittive varate dal governo. Noi continueremo ad aggiornarci costantemente con le Regioni, i presidenti hanno la possibilità di introdurre misure più restrittive se necessario. La linea è quella di lasciar fare ai governatori. Ma se aumentassero molto i contagi, il lockdown non riguarderà le attività produttive: fabbriche e aziende non richiuderanno. Secondo fonti di governo, si procederebbe eventualmente a ritroso rispetto alle riaperture dopo il lockdown di primavera: fermando prima cinema, teatri e palestre, poi parrucchieri e centri estetici, quindi ristoranti e bar, ultimi i negozi.