Segno meno per il bilancio 2019 dell’azienda ospedaliere Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. Come per la vicina Mater Domini, che però ha registrato un disavanzo molto più significativo, anche nel primo polo sanitario del capoluogo i conti non tornano. Si parla di un ammanco di 14 milioni di euro. È quanto emerge dalla relazione del commissario straordinario Giuseppe Zuccatelli, che però precisa come “l’azienda aveva ipotizzato di chiudere con una perdita pari a circa 24 milioni di euro” e che quindi il disavanzo rientra “all’interno del perimetro del disavanzo di gestione programmato con il Piano di rientro”.
Ma resta sempre la questione del “sotto-finanziamento” da parte della Regione Calabria. “Nel caso specifico – si legge nella relazione – tale finanziamento si mantiene ad un livello pari al solo 23,4% del finanziamento complessivo, al netto dei finanziamenti vincolati: l’importo assegnato dalla Regione Calabria, dipartimento Tutela della Salute, appare quindi esiguo e svincolato di fatto da una rendicontazione analitica delle funzioni non tariffabili, considerato che le tabelle allegate al decreto del commissario ad acta numero 96/2020 non sono assolutamente esplicative di tutte le funzioni garantite dall’azienda ospedaliera, ma prive di tariffe di riferimento”.
Ma resta sempre la questione del “sotto-finanziamento” da parte della Regione Calabria. “Nel caso specifico – si legge nella relazione – tale finanziamento si mantiene ad un livello pari al solo 23,4% del finanziamento complessivo, al netto dei finanziamenti vincolati: l’importo assegnato dalla Regione Calabria, dipartimento Tutela della Salute, appare quindi esiguo e svincolato di fatto da una rendicontazione analitica delle funzioni non tariffabili, considerato che le tabelle allegate al decreto del commissario ad acta numero 96/2020 non sono assolutamente esplicative di tutte le funzioni garantite dall’azienda ospedaliera, ma prive di tariffe di riferimento”.
“Analogamente i dati di produzione legati alle prestazioni di ricovero rese dall’azienda nel corso del 2019 – conclude – evidenziano un leggero incremento numerico rispetto alle prestazioni rese negli anni 2017 e 2018, pari a +3%. Il notevole incremento del valore di tali prestazioni è all’evidenza dovuto in parte alla maggiore qualità della compilazione delle schede di dimissioni ospedaliere (frutto di una più precisa politica di controllo della qualità e dell’appropriatezza dei ricoveri), ed in parte ad un effettivo maggior peso dei ricoveri stessi”.