(D.C.) – Il momento del controesodo segna le terre di emigrazione, come quelle del Sud Italia e la Calabria in particolare, in cui famiglie intere e soprattutto tanti giovani e meno giovani – trascorsi un po’ di giorni con familiari, parenti e amici, rimasti nella terra natia – ripartono inesorabilmente dopo ogni Natale, Pasqua o estate.
Un destino triste, più di tutti per chi non lo ha scelto e sarebbe volentieri restato a lavorare a casa, che tuttavia diventa ineluttabile e ha il sapore della gioia all’arrivo ma anche l’amaro in bocca della partenza. Un distacco che sa di nostalgia, di esistenze consumate inseguendo una carriera capace di regalare soldi e soddisfazioni ma forse non in grado di colmare il vuoto di un calore umano perso per sempre.
Un destino triste, più di tutti per chi non lo ha scelto e sarebbe volentieri restato a lavorare a casa, che tuttavia diventa ineluttabile e ha il sapore della gioia all’arrivo ma anche l’amaro in bocca della partenza. Un distacco che sa di nostalgia, di esistenze consumate inseguendo una carriera capace di regalare soldi e soddisfazioni ma forse non in grado di colmare il vuoto di un calore umano perso per sempre.
Un legame inscindibile con una realtà depressa sotto il profilo socioeconomico, ma viva e vitale più di ogni altra nelle relazioni interpersonali.