Coppia gay vittima di omofobia si suicida lanciandosi da un ponte

I due ragazzi si sono lanciati da un viadotto alto 92 metri dopo aver annunciato il gesto estremo con un post insieme alla foto del loro ultimo bacio

È sotto choc la comunità internazionale dopo il suicidio di Tigran e Arsen, i due ragazzi che si sono lanciati da un viadotto alto 92 metri sul fiume Hrazdan che scorre nella città di Yerevan, capitale dell’Armenia. I due hanno annunciato il gesto estremo con un post social che entrambi hanno condiviso sul proprio profilo insieme alla foto del loro ultimo bacio. Il loro amore era ostacolato dalla rispettive famiglie e da un paese nel quale gli episodi di razzismo contro la comunità LGBTQ+ sono sempre più frequenti. A distanza di una settimana il racconto di quanto accaduto alla giovane coppia è ancora molto forte e le associazioni che hanno denunciato l’accaduto continuano a chiedere giustizia per i due ragazzi. Prima tra tutti Pink Armenia, che si batte per la difesa dei diritti LGBTQ+ in un Paese a maggioranza cristiana ortodossa e intollerante all’omosessualità. Arsen aveva 16 anni, e Tigran 21: la famiglia del primo era contraria alla loro relazione e per questo il 16enne era fuggito di casa trovando rifugio col suo fidanzato giunto dalla Russia per lui.

Le minacce alla coppia gay

Le minacce alla coppia gay

Stando a quanto si apprende però al diniego da parte dei loro famigliari si erano aggiunte anche delle minacce che i due avevano ricevuto, così come denunciato dall’associazione. Sentirsi isolati, non compresi dai famigliari e dalla società. Si tratta di sensazioni piuttosto familiari a gran parte delle persone omosessuali in Armenia, paese in cui sono costrette a nascondere il proprio orientamento sessuale: “Questo tragico caso dimostra ancora una volta che le persone LGBTQ+ in Armenia non sono al sicuro e non sono protette né dalla società né dallo Stato”, si legge nella nota di Pink Armenia. Secondo quanto emerso dal report di Rainbow Europe Map and Index, l’Armenia si trova al 47esimo posto su 49 paesi presenti nell’elenco per quanto riguarda la tutela e i diritti delle persone LGBTQ+. “Lieto fine – avevano scritto i due sui social prima di lanciarsi nel vuoto – le decisioni sulla condivisione delle foto e sui nostri prossimi passi sono state prese da entrambi insieme”. In una delle foto, la coppia mostra le fedi nuziali, mentre in altre ci sono alcuni momenti condivisi. Riflettendo sulla tragedia, Mika Artyan, autrice dei blog GayArmenia e Unzipped, ha scritto sul suo blog: “Non è un buon momento…” – ci sentiamo o ci diciamo. È sempre un buon momento per parlare di diritti umani. Oppure, quel “buon momento” non arriverà mai”. (Fanpage)

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