Le dimissioni di Correggia dalla Catanzaro Servizi e il pesante sistema delle società in house

di Danilo Colacino – La rinuncia alla consulenza alla Catanzaro Servizi di Marco Correggia è l’ennesima riprova di qualcosa da rivedere nel pesante sistema delle società in house del Comune. D’accordo, si dirà, ma cosa c’entra una decisione personale e con ogni probabilità dettata da pressanti impegni professionali con il complesso mondo delle Partecipate? Proviamo a spiegarlo, prendendo proprio spunto dalle dimissioni chieste – e poi formalizzate – da Correggia. Una ‘rinuncia’ espressa dal diretto interessato lo scorso 12 aprile, ma ratificata con atto protocollato una settimana fa dall’Azienda e peraltro divulgato solo stamani con un tempismo (magari è una coincidenza, per carità) che non può non suscitare da parte nostra una certa ilarità alla luce di quanto scritto ieri e oggi da calabria7.it sul ruolo del medesimo dirigente in Amc. E non parliamo unicamente della scelte di manager et similia da parte del sindaco Sergio Abramo e delle forze della sua maggioranza, che però sembrano spesso riconducibili a una ristretta cerchia. Novero che talvolta ha addirittura problemi di incompatibilità oltreché, seppur sporadicamente, è oggetto di qualche approfondimento dell’autorità giudiziaria (è il caso di recenti consulenze in Amc). E chissà che, appunto per questo, non si sia ritenuto opportuno far compiere un passo indietro a Correggia (stimato da Abramo e vicino a lui per ragioni personali), facendolo rinunciare al doppio incarico per una mera questione di opportunità in una fase in cui le Municipalizzate sono sotto la lente d’ingrandimento.

La difficile gestione delle Partecipate. A dispetto della pur comprensibile propaganda che il sindaco e l’intera maggioranza sanno fare alla perfezione, il gruppo di Aziende (alcune delle quali divenute fondamentali per la gestione della complessa macchina comunale in virtù dei mezzi e soprattutto delle unità lavorative di cui dispongono in vari settori) rischia di essere una costante spina nel fianco di tutti i primi cittadini. In particolare di quelli interventisti – definiamoli così – alla Abramo che in determinate scelte vuole contare ed essere protagonista. Eccome. È la ragione per cui di questi pesanti oneri si è spesso fatto carico, affrontando i guai del personale della Catanzaro Servizi; dei pregressi debiti (a cui poi si è per la verità messo positivamente mano) e delle mancate ‘sistemazioni’ di un consistente numero di dipendenti all’Amc; della travagliata storia delle varie realtà avvicendatesi nel trattamento dei rifiuti e da tre oltre anni circa nella raccolta differenziata nonché infine del Politeama. Già, il teatro cittadino “fiore all’occhiello’, anzi faro, del capoluogo e del panorama regionale”, come amano ripetere i ‘diretti interessati’ ricorrendo a una un po’ logora ed enfatica formuletta di rito. Che però è struttura costosa. E pure parecchio.

La difficile gestione delle Partecipate. A dispetto della pur comprensibile propaganda che il sindaco e l’intera maggioranza sanno fare alla perfezione, il gruppo di Aziende (alcune delle quali divenute fondamentali per la gestione della complessa macchina comunale in virtù dei mezzi e soprattutto delle unità lavorative di cui dispongono in vari settori) rischia di essere una costante spina nel fianco di tutti i primi cittadini. In particolare di quelli interventisti – definiamoli così – alla Abramo che in determinate scelte vuole contare ed essere protagonista. Eccome. È la ragione per cui di questi pesanti oneri si è spesso fatto carico, affrontando i guai del personale della Catanzaro Servizi; dei pregressi debiti (a cui poi si è per la verità messo positivamente mano) e delle mancate ‘sistemazioni’ di un consistente numero di dipendenti all’Amc; della travagliata storia delle varie realtà avvicendatesi nel trattamento dei rifiuti e da tre oltre anni circa nella raccolta differenziata nonché infine del Politeama. Già, il teatro cittadino “fiore all’occhiello’, anzi faro, del capoluogo e del panorama regionale”, come amano ripetere i ‘diretti interessati’ ricorrendo a una un po’ logora ed enfatica formuletta di rito. Che però è struttura costosa. E pure parecchio.

Il capitolo Politeama, un paradosso aristotelico o di altra natura. La valutazione costi-benefici spetta alla città, alla sua comunità, e non a noi. Che per giunta ci dichiariamo orgogliosamente strenui difensori della Cultura con la C maiuscola, a dispetto di personaggi inadeguati in auge malgrado siano di avviso opposto. Ma ci assale lo stesso il filosofico dubbio – anzi logico per meglio dire – riguardo a quello che nei licei è insegnato come il Paradosso del Mentitore. Perché? Semplice: ci perplime come un’Amministrazione, spesso inappuntabile nel veicolare i…segni più, scelga improvvisamente di fare professione di modestia e non indica, mai, la tanto sbandierata conferenza stampa (annunciata appena piovono critiche sulle spese del Foglietti) in cui fornire i dati con i quali si giustifichi l’ingente esborso (circa 450mila euro) necessario a tenere in piedi la ‘baracca’. Fermo restando che ci sarebbe da vagliarli in modo certosino per capire se gli spettacoli vengano fruiti solo da un ristretto nucleo di persone, sempre le stesse, per cui però il Municipio paga con soldi della collettività.

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