Cresce l’allerta a Pechino per i nuovi casi di Coronavirus.
106 i nuovi casi nelle ultime 24 ore, la riacutizzazione più grave dell’infezione in Cina da febbraio. Crescono anche, di conseguenza, i timori di una seconda ondata della malattia. Il numero dei contagi sta, infatti, salendo rapidamente: basti pensare che il primo caso confermato risale all’11 giugno, dopo quasi due mesi senza nuovi infetti. A meno di una settimana di distanza i contagiati sono più di cento.
106 i nuovi casi nelle ultime 24 ore, la riacutizzazione più grave dell’infezione in Cina da febbraio. Crescono anche, di conseguenza, i timori di una seconda ondata della malattia. Il numero dei contagi sta, infatti, salendo rapidamente: basti pensare che il primo caso confermato risale all’11 giugno, dopo quasi due mesi senza nuovi infetti. A meno di una settimana di distanza i contagiati sono più di cento.
Sono in corso indagini poichè, secondo alcuni ricercatori, la struttura del virus non sembrava la stessa che era apparsa sempre a Pechino due mesi fa e, soprattutto, per capire se il contagio si sia diffuso attraverso gli alimenti.
Il virus, secondo questi ultimi, sarebbe infatti stato rintraccciato sui taglieri di salmone di importazione europea.
Per precauzione i supermercati di Pechino hanno ritirato il salmone dagli scaffali, ma l’Organizzazione mondiale della Sanità ha invitato a essere cauti e a considerare queste informazioni solo delle ipotesi da verificare. Le autorità locali, ad ogni modo, stanno cercando di correre ai ripari, prima che la situazione vada fuori controllo. Pur non essendo stato lanciato un lockdown rigido, la capitale cinese è stata chiusa a livello distrettuale. Decine i quartieri che hanno istituito dei veri e propri checkpoint di sicurezza 24 ore su 24 per monitorare ingressi e uscite, oltre alla chiusura delle scuole e all’istituzione del controllo della temperatura per l’accesso a negozi e locali ancora aperti.
Per contenere il nuovo focolaio, sospesi alcuni trasporti all’interno e all’esterno della città e vietati i viaggi alle persone considerate “ad alto rischio”. Il numero dei posti occupabili sui mezzi di trasporto sarà ridimensionato e sarà obbligatorio indossare la mascherina.