Coronavirus, 5 nuovi casi a Corigliano Rossano. Il sindaco: “Escludo la chiusura”

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Cresce il numero di casi Covid a Corigliano Rossano, comune in provincia di Cosenza. Sono 5 le persone risultate positive al test, tutte a stretto contatto con i focolai esistenti e sottoposti a quarantena domiciliare. In totale, dunque, si registrano 24 casi, di cui tre ricoverati a Cosenza nel reparto di Malattie infettive e gli altri collocati nel proprio domicilio in condizioni stabili. Ad annunciarlo è il sindaco Flavio Stasi, tramite un messaggio pubblicato su Facebook.
Cresce il numero di casi Covid a Corigliano Rossano, comune in provincia di Cosenza. Sono 5 le persone risultate positive al test, tutte a stretto contatto con i focolai esistenti e sottoposti a quarantena domiciliare. In totale, dunque, si registrano 24 casi, di cui tre ricoverati a Cosenza nel reparto di Malattie infettive e gli altri collocati nel proprio domicilio in condizioni stabili. Ad annunciarlo è il sindaco Flavio Stasi, tramite un messaggio pubblicato su Facebook.

“Zona rossa? Al momento no”

“Tra questi nostri concittadini – scrive Stasi – così come vi ho scritto qualche giorno fa, ci sono dipendenti o titolari di alcuni pubblici esercizi. I numeri possono destare allarme, e forse in un certo senso un certo allarme è utile per indurre ognuno di noi ad avere maggiore attenzione in tutto ciò che facciamo. D’altro canto, però, questi numeri ci testimoniano anche come l’attività di monitoraggio e di ricerca rispetto a tutti i casi che si registrano è attiva ed efficace, dal momento che buona parte dei nostri concittadini positivi, fortunatamente per loro, sono asintomatici”.
Da qualche giorno si parla del pericolo “zona rossa” – continua Stasi – ma al momento non ci sono elementi per una chiusura forzata della città, così come non ce ne sono stati nel periodo critico del lockdown. E proprio perché non siamo in lockdown e non vogliamo tornarci, lo dico con grande chiarezza: mi aspetto che i primi ad avere livelli di attenzione massima rispetto alla sicurezza siano proprio gli esercizi pubblici, quindi – tanto per fare degli esempi – niente mascherine sotto il naso o addirittura sotto il mento (non servono a nulla!); utilizzare sempre i guanti; mantenere il più possibile le distanze anche tra il personale.
“I numeri ci dicono che il virus esiste in città, che è un fatto abbastanza normale essendo una città grande e con molte attività, ma che impone a tutti – conclude Stasi – di non far finta di nulla e di continuare a vivere la propria vita ed a svolgere la propria attività nel massimo rispetto, però, di tutte le norme di sicurezza basilari che ormai conosciamo tutti a memoria”.
Redazione Calabria 7

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