(D.C.) – L’Alto Adige va per la sua strada, forte dell’autonomia che gli riconosce la legge dello Stato, aprendo bar e ristoranti malgrado l’ancora incombente rischio Coronavirus.
Emblematico, a riguardo, il servizio andato in onda poche ore fa a “L’aria che tira” su La7 a cui è peraltro intervenuto il parlamentare forzista Roberto Occhiuto, fratello del ‘plurisindaco’ di Cosenza, Mario.
Emblematico, a riguardo, il servizio andato in onda poche ore fa a “L’aria che tira” su La7 a cui è peraltro intervenuto il parlamentare forzista Roberto Occhiuto, fratello del ‘plurisindaco’ di Cosenza, Mario.
Durante la trasmissione si è peraltro parlato dei consistenti ritardi accumulati sulla corresponsione della cassa integrazione con conseguente dito puntato contro la solita inefficiente e farraginosa burocrazia italiana.
Ma l’aspetto più interessante, per così dire, della puntata odierna del talk show condotto da Mirta Merlino, anche alla luce delle recenti polemiche scatenatisi in Calabria sull’ordinanza Santelli sui locali aperti al pubblico è stato l’approfondimento sui ristoranti di nuovo al lavoro a Bolzano e in altri luoghi limitrofi.
All’interno clienti rispettosi delle rigide regole imposte loro dai titolari esercenti, però tutto sommato normalmente a pranzo quasi fosse un giorno come tanti cioè libero dai condizionamenti del Sars-Cov-2.
Forse sbaglieremo dunque, ma noi insistiamo: perché invece in Calabria si è gridato allo scandalo per molto meno? Domanda a cui non sappiamo rispondere, francamente. Basti pensare che la stessa troupe della Tv di Urbano Cairo aveva un tavolo regolarmente prenotato per le 13.45.
Beati loro, verrebbe da esclamare soprattutto in una terra in cui ancora si discute persino su Fase 1 e Fase 2 e la possibilità, ad esempio, di potersi recarsi nella casa-vacanze.
È proprio vero, allora.
Al Sud arriva tutto più tardi. Facciomecene una ragione. Amen.