di Damiana Riverso – “I ricoveri sono sicuramente aumentati. Solo nel pomeriggio di domenica ne abbiamo ricoverati 8, ma per fortuna il reparto riesce ancora a lavorare”. Le parole sono del dottor Lucio Cosco, primario del reparto di Malattie Infettive dell’ospedale Pugliese- Ciaccio di Catanzaro, che lotta ogni giorno contro la pandemia da Coronavirus in corso. I posti letto di malattie infettive sono ancora oggi uno dei problemi che affligge la Calabria: troppo pochi e nonostante le promesse, i cambi ai vertici, i pasticci dei commissari e i rattoppi della politica non si è mai riusciti ad aumentarli, né a dedicare intere strutture alla lotta al Covid. E così gli ospedali lavorano al meglio che possono coi loro mezzi, con lo spettro della saturazione dei posti.
“Per ora riusciamo a lavorare”
“Per ora riusciamo a lavorare”
“Su 36 posti letto i ricoverati sono 24, e sappiamo già che una persona sarà dimessa oggi. Purtroppo tutti i ricoverati sono per Covid – aggiunge Cosco – Cerchiamo di dimettere laddove è possibile per essere sempre pronti”. In città in questi ultimi giorni i casi di Covid sono aumentati, sia nelle scuole, dove sono molte le classi nei vari istituti che hanno avviato la didattica a distanza, sia a causa del focolaio di Viale Isonzo nella zona sud della città, che conta al momento 28 positivi e sono ancora in corso i controlli da parte di Asp e Comune.
Vaccinazioni a rilento
“La situazione – afferma Cosco – è ancora sotto controllo. I reparti riescono a lavorare anche con pazienti affetti da altre patologie, gestendo l’ordinario. Per ora lavoriamo bene”. L’ospedale sta anche vaccinando, aiutando l’Asp in un momento in cui la Calabria non riesce a ingranare la marcia. Nella classifica italiana delle somministrazioni la regione è ultima in classifica a pari punti con la Sardegna al 58%. Sono state effettuate in tutto 112. 464. Di queste 64.724 sono andate a operatori sanitari e sociosanitari, 22.419 a personale non sanitario, 8.705 a ospiti delle Rsa, 13. 110 a over 80, 3.352 alle Forze dell’ordine e 174 a personale scolastico. “Non so la ragione per cui stiamo andando così a rilento – dice Cosco – È sicuramente un problema organizzativo”. Per Cosco l’unica soluzione percorribile è il rapido coinvolgimento dei medici di famiglia.