Coronavirus a Catanzaro: “Discriminati dai condomini”. La replica: “Non è vero”

muore carlo provenzano

di Alessandro Manfredi – Il Coronavirus a Catanzaro fino ad ora ha fatto decisamente più danni sociali che effettivi contagi.

Ad oggi, per quanto comunicato dal Governo e dalla Regione, a Catanzaro sono risultati positivi al tampone del Covid-19 due persone. Sono una coppia, moglie e marito, ritornati dal Trentino e rimasti, secondo quanto raccontato in esclusiva a Calabria 7 dal pediatra fratello dell’uomo di 67 anni positivo al Coronavirus, in quarantena volontaria fino al ricovero, lunedì scorso, dell’uomo. Da quel momento, una serie di clamorosi errori sono stati commessi. Non è stato seguito il protocollo indicato dal Governo, poiché è intervenuto, dopo che la coppia aveva invano chiesto indicazioni nei giorni precedenti, il 118, che ha portato l’uomo al Pronto Soccorso, a contatto con medici e infermieri, risultati poi negativi ai primi tamponi e messi in quarantena. E’ stato trasferito in reparto senza rispettare le misure di sicurezza. Ed ancora, per come dichiarato invece dai legali della coppia, e dalla moglie del 67enne che ha diffuso una lettera attraverso i suoi avvocati per chiarire la vicenda, è stata vissuta anche la gogna del pregiudizio degli altri. La donna, confermando quanto il fratello medico del 67enne aveva già raccontato al nostro giornale, denuncia la superficiale assistenza medica ricevuta, anche attualmente in ospedale, con il marito che rimane abbandonato a se stesso. E denuncia pure il fatto di essere stata trattata come un’appestata dai suoi vicini, colpevoli di averle gridato addosso e di averle impedito di rientrare a casa. La signora afferma di non aver avuto comunicazioni e di aver appreso di essere positiva dai giornali. Costretta a stare in auto con il medico di base è stata poi scortata a casa dalla polizia, dove attualmente è in quarantena domiciliare.

Ad oggi, per quanto comunicato dal Governo e dalla Regione, a Catanzaro sono risultati positivi al tampone del Covid-19 due persone. Sono una coppia, moglie e marito, ritornati dal Trentino e rimasti, secondo quanto raccontato in esclusiva a Calabria 7 dal pediatra fratello dell’uomo di 67 anni positivo al Coronavirus, in quarantena volontaria fino al ricovero, lunedì scorso, dell’uomo. Da quel momento, una serie di clamorosi errori sono stati commessi. Non è stato seguito il protocollo indicato dal Governo, poiché è intervenuto, dopo che la coppia aveva invano chiesto indicazioni nei giorni precedenti, il 118, che ha portato l’uomo al Pronto Soccorso, a contatto con medici e infermieri, risultati poi negativi ai primi tamponi e messi in quarantena. E’ stato trasferito in reparto senza rispettare le misure di sicurezza. Ed ancora, per come dichiarato invece dai legali della coppia, e dalla moglie del 67enne che ha diffuso una lettera attraverso i suoi avvocati per chiarire la vicenda, è stata vissuta anche la gogna del pregiudizio degli altri. La donna, confermando quanto il fratello medico del 67enne aveva già raccontato al nostro giornale, denuncia la superficiale assistenza medica ricevuta, anche attualmente in ospedale, con il marito che rimane abbandonato a se stesso. E denuncia pure il fatto di essere stata trattata come un’appestata dai suoi vicini, colpevoli di averle gridato addosso e di averle impedito di rientrare a casa. La signora afferma di non aver avuto comunicazioni e di aver appreso di essere positiva dai giornali. Costretta a stare in auto con il medico di base è stata poi scortata a casa dalla polizia, dove attualmente è in quarantena domiciliare.

Tuttavia, a Calabria 7, arriva una replica dall’amministratore del condominio dove la coppia risiede, ubicato nel quartiere Lido. I condomini smentiscono categoricamente quanto raccontato e dichiarano di non aver mai allontanato la donna dal condominio. L’amministratore, appena appresa la notizia della positività, ha avvisato l’Asp, informandola dei fatti, e la stessa ha dato immediato riscontro.

Dunque, da un lato, la drammatica esperienza di una coppia che non può e non deve essere considerata colpevole di un virus contratto, che ha visto la propria identità clamorosamente violata da messaggi e audio Whatsapp e Facebook. Una famiglia esposta al pregiudizio immediato e diffuso orientato anche verso i parenti dei casi positivi. E questo è assolutamente non degno di una società civile. Il panico non può giustificare l’ignoranza e l’accanimento riscontrato in coloro che hanno ritenuto di vivere cinque minuti da protagonisti, da informati dei fatti, celebri per il “so tutto io e ti dico”, sacrificando però vite intere di persone per bene che non hanno alcuna colpa, come nessun altro dei migliaia di positivi in Italia.

Dall’altro lato, ci sono famiglie che non accettano di essere accusate di discriminazione avuta nei confronti della donna e del marito. Insomma, una brutta vicenda che non deve andare oltre. Come il Governo e gli scienziati chiedono, tutti noi dobbiamo essere responsabili, per difendere e tutelare chi il Coronavirus ce l’ha e chi dal Coronavirus tenta di non essere contagiato. Purtroppo, ed accade nel mondo, non solo a Catanzaro, qualcosa di epocale sta avvenendo. Rimarrà nei libri di storia, pertanto, proviamo a non scrivere pagine inutili. Serve unità, collaborazione e tanto, tanto rispetto. A proposito. Calabria 7 dispone delle informazioni su identità di persone e condominio citato, ma come si noterà, non sono state diffuse. Perché? Semplice, esiste la privacy, esistono le leggi ed esiste l’etica e la morale. E chi ha sbagliato, certamente, si assumerà le proprie responsabilità.

Redazione Calabria 7

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