Coronavirus, a Cosenza riaprono i punti di ristoro nelle scuole

mascherine  medici di famiglia

“Vinta una giusta battaglia. I punti di ristoro nelle scuole superiori della provincia di Cosenza possono riaprire. Il presidente della Provincia, Franco Iacucci, con una lettera recapitata questa mattina a tutti i Dirigenti Scolastici comunica agli stessi che valutate le condizioni di sicurezza , possono, di loro iniziativa, autorizzare la ripresa di queste attività commerciali, nel rigoroso rispetto delle norme anti Covid”. E’ quanto afferma il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli.

Un risultato importante

Un risultato importante

Corbelli informa anche che “appresa la notizia, in modo ufficioso già nella tarda serata di ieri, era stata subito annullata la protesta che era stata programmata per questa mattina, venerdì, in piazza XV Marzo, da parte dei gestori” con in testa lo stesso Corbelli, che si sta battendo per la riapertura di questi piccoli bar e aveva accolto ieri l’appello dei titolari di questi esercizi che gli avevano chiesto di essere presente alla manifestazione di oggi. Corbelli esprime “soddisfazione per questo primo, importante risultato, una prima, significativa vittoria” e invita adesso “tutti i dirigenti scolastici degli istituti superiori della provincia ad autorizzare subito la riapertura di questi piccoli bar, ponendo così fine ad una situazione assurda e ad una vera ingiustizia. Prendiamo atto di questa decisione della Provincia, che ha preferito non revocare direttamente l’assurda ordinanza ma delegare i Presidi per la soluzione del problema con l’autorizzazione alla riapertura dei punti di ristoro. Rivolgo – dice Corbelli – a questo proposito un appello adesso a tutti i dirigenti scolastici affinché autorizzino immediatamente la riapertura di questi piccoli bar, ponendo finalmente così fine ai tanti, notevoli disagi di migliaia e migliaia di studenti, docenti, personale Ata e interrompendo il danno per i titolari di questi piccoli esercizi commerciali che sono letteralmente disperati e stremati, per i quali di fatto il lockdown non è mai finito, con effetti devastanti per tutti loro, padri e madri di famiglia, che vivono solo di questo lavoro. Per adesso va bene anche così”.

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