Coronavirus, Aifa autorizza tre nuove sperimentazioni cliniche su farmaci

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L’Aifa ha dato l’ok a tre studi: così facendo si spera di aumentare le armi terapeutiche nella “guerra” al Coronavirus

L’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, ha autorizzato tre nuove sperimentazioni cliniche su farmaci per il trattamento del Coronavirus. Si tratta di uno studio su due farmaci biologici (emapalumab e anakinra), uno su un farmaco già in uso per l’artrite reumatoide (sarilumab) e un altro con il farmaco tocilizumab, anch’esso in uso per l’artrite, in casi precoci e gravi. In attesa del vaccino, al quale si lavora in vari Paesi su 44 diversi progetti, lo sforzo è quello di aumentare le armi terapeutiche da utilizzare contro il nuovo coronavirus. Il primo studio, ha spiegato l’Aifa, è Sobi.IMMUNO-101 di Fase 2/3. L’obiettivo è valutare l’efficacia e la sicurezza di somministrazioni endovenose di emapalumab, un anticorpo monoclonale, e di anakinra, un antagonista del recettore per la interleuchina-1(IL-1), a confronto con terapia standard, nel ridurre l’iper-infiammazione e il distress respiratorio in pazienti con infezione da SARS-CoV-2.

L’Aifa, Agenzia italiana del farmaco, ha autorizzato tre nuove sperimentazioni cliniche su farmaci per il trattamento del Coronavirus. Si tratta di uno studio su due farmaci biologici (emapalumab e anakinra), uno su un farmaco già in uso per l’artrite reumatoide (sarilumab) e un altro con il farmaco tocilizumab, anch’esso in uso per l’artrite, in casi precoci e gravi. In attesa del vaccino, al quale si lavora in vari Paesi su 44 diversi progetti, lo sforzo è quello di aumentare le armi terapeutiche da utilizzare contro il nuovo coronavirus. Il primo studio, ha spiegato l’Aifa, è Sobi.IMMUNO-101 di Fase 2/3. L’obiettivo è valutare l’efficacia e la sicurezza di somministrazioni endovenose di emapalumab, un anticorpo monoclonale, e di anakinra, un antagonista del recettore per la interleuchina-1(IL-1), a confronto con terapia standard, nel ridurre l’iper-infiammazione e il distress respiratorio in pazienti con infezione da SARS-CoV-2.

Il secondo è lo studio Sarilumab COVID-19, per valutare l’efficacia e la sicurezza di somministrazioni endovenose di sarilumab, un antagonista del recettore per la interleuchina-6 (IL-6), autorizzato in Italia per il trattamento dell’artrite reumatoide. Il terzo studio è denominato RCT-TCZ-COVID-19 ed è uno studio indipendente italiano coordinato dall’Azienda Unità Sanitaria Locale-IRCCS di Reggio Emilia. Si tratta di uno studio in pazienti con polmonite da COVID-19, in cui viene confrontata la somministrazione precoce del tocilizumab (già in uso per l’artrite reumatoide) con la somministrazione dello stesso farmaco in una fase di aggravamento.

Altri farmaci contro il coronavirus

Intanto, al momento, alcuni farmaci già utilizzati per altre patologie hanno dimostrato di essere efficaci contro il coronavirus: è il caso di alcuni medicinali antimalarici a base di clorochina e idrossiclorochina e altri anti-Aids, per i quali è arrivata l’autorizzazione che li rende a totale carico del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Ad oggi, ha sottolineato il farmacologo Silvio Garattini, “non abbiamo un farmaco specifico per la cura del Covid-19 e in una situazione di emergenza facciamo riferimento ai farmaci già utilizzati in Cina per questa epidemia. La decisione su quale utilizzare spetta al medico in base alla situazione del singolo paziente, ma per poter dire che uno di tali farmaci è migliore o più efficace di un altro bisogna attendere i risultati degli studi clinici controllati avviati dall’Agenzia italiana del farmaco”. Infatti, ha chiarito, “i farmaci in uso, incluse le varie combinazioni, sono ancora farmaci sperimentali per i quali speriamo di poter avere conferme di efficacia proprio attraverso gli studi”.

Redazione Calabria 7

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