Coronavirus, anche la Calabria ha i suoi eroi: è il momento di essere Comunità

di Alessandro Manfredi – La sanità calabrese è da anni in perenne declino. E’ un dato oggettivo, certificato da numeri impietosi ai quali nessuno può replicare.

Personale medico e sanitario ridotto ai minimi termini, strutture ospedaliere con grandi difficoltà strutturali e logistiche, cittadini esasperati che, troppe volte ormai, reagiscono mettendo a rischio l’equilibrio sociale di base delle nostre comunità.

Personale medico e sanitario ridotto ai minimi termini, strutture ospedaliere con grandi difficoltà strutturali e logistiche, cittadini esasperati che, troppe volte ormai, reagiscono mettendo a rischio l’equilibrio sociale di base delle nostre comunità.

Questo è il quadro generale della sanità calabrese. Che poi, entrando nello specifico, peggiora. Perché parliamo di una sanità commissariata da anni, sulla quale neppure il controllo dello Stato centrale è riuscito a mettere ordine. I Governi succedutisi a valanga hanno fallito miseramente e senza alibi. Gestione politica approssimativa, spesso orientata alla tutela di interessi particolari. Asp commissariate in tutta la Calabria per infiltrazioni e gestione diretta tramite professionisti corrotti da parte della ‘ndrangheta. Milioni di euro bruciati e portati a casa dai protagonisti di un sistema corrotto, fatti e modus operandi che alcune inchieste delle procure calabresi hanno portato in questi mesi alla luce.

A tutto questo, al quale è triste affermare di essere abituati, si è aggiunto all’improvviso ciò che sei consapevole possa succedere, poiché già accaduto nella storia degli essere umani, ma che credi non possa accadere nell’epoca nella quale stai esistendo. Ecco, è successo. L’imprevisto è il Covid-19, terribile minaccia per l’umanità chiamata da tutto il mondo Coronavirus. L’Italia intera è in allarme, ma nessuna regione è drammaticamente spaventata come la Calabria. Gli appelli del Governatore Jole Santelli, prima donna della storia ad aver ricevuto l’incarico dai cittadini calabresi di guidare la Giunta regionale, sono intensi, carichi di preoccupazione e pongono in evidenza una problematica che definirla seria è poca cosa.

La Santelli, che mai avrebbe immaginato di esordire in questo modo alla guida della Calabria, ha espresso grande preoccupazione per il rientro di massa di tanti calabresi dalle zone rosse ed arancioni del Nord Italia. Tuttavia, dopo aver mostrato coraggio nelle prime due scelte di assessori con Capitano Ultimo e Sandra Savaglio, tira fuori il medesimo carattere, aggiungendo a quella densa preoccupazione un fluido di tenacia finalizzato a voler contrastare il rischio contagio a tutti i costi e difendere la propria terra.

E’ questo il messaggio da raccogliere, rimanendo pur sempre consapevoli, e si ritorna al concetto di partenza, che la sanità calabrese è a forte rischio collasso in caso di diffusione dell’infezione da Covid-19 tra la popolazione. C’è bisogno che la Calabria sia monitorata con enorme sensibilità dal Governo, come fosse un papà con la figlia più piccola da proteggere. Intanto, acclarando di una sanità che non è in grado neppure di immaginare un contrasto alla diffusione del rischio, nel mentre la Santelli invita tutti i calabresi, residenti e coloro che arrivano e arriveranno, ad essere enormemente responsabili per la tutela di tutti, ci sono delle persone che da questo giornale e, siamo certi, da tutti i calabresi devono in queste ore difficili sentire il sostegno e l’apporto totale.

Ci si riferisce a coloro che più di tutti rischiano ogni giorno, lavorando con coraggio e dedizione, il contagio al Coronavirus. Sono coloro che rappresentano la nostra più grande speranza e che scendono in prima linea per due milioni di calabresi. Avranno pochi mezzi e tante difficoltà, ma hanno dimostrato di avere grande competenza ed estrema sensibilità verso chi riceve il loro servizio. Sono i medici, gli infermieri, gli Oss e tutto il personale medico sanitario ospedaliero, il 118 e le forze dell’ordine in generale. Sono chiamati a giorni duri e per loro tutto sarà ancor più maledettamente complicato di quello che purtroppo in Calabria vivono quotidianamente.

Il Coronavirus li vede in prima linea e tutti noi dobbiamo aiutarli attraverso comportamenti di cittadini degni di essere una grande Comunità, che diventi esempio in tutto il mondo. Perché il mondo ci guarda. In molti sono rassegnati a doverci vedere perire. Però, nonostante una sanità disastrosa, in Calabria esistono eroi allo stesso modo di come stanno esistendo in Lombardia, in Piemonte, in Veneto, in Liguria, in Trentino ed in tutto il Paese. Sono loro gli eroi dai quali ci attendiamo miracoli ed ai quali ci stringiamo tutti quanto assieme con un forte e gigantesco abbraccio. La Calabria deve essere forte ed unita, deve volersi bene. Qualcuno ha già detto che deve pensarci la ‘ndrangheta a mettere in quarantena chi rientra da fuori regione per scongiurare il contagio. E fa ancor più male che ad affermarlo sia stato un docente catanzarese che lavora in Umbria, come riportato dal Corriere.it.

Contro il Covid-19 e contro questi pregiudizi diffusi peggio del virus, la Calabria, tutti i calabresi, devono avere oggi più che mai l’orgoglio di essere figli di questa splendida e martoriata terra, dimostrando una grande maturità, un altissimo senso civico. Perché il nemico si chiama Coronavirus e contro di lui non è concesso assolutamente sbagliare. Presto tutto passerà, con la speranza che il futuro accolga una Calabria migliore.

Redazione Calabria 7

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