Quando il rimedio rischia di essere assai peggiore del male.
Un trasferimento di massa – disposto in barba a tutti i provvedimenti restrittivi ed alle ordinanze di chiusura – in una struttura che non è un Ospedale, rischia di diffondere anziché contenere il contagio.
Un trasferimento di massa – disposto in barba a tutti i provvedimenti restrittivi ed alle ordinanze di chiusura – in una struttura che non è un Ospedale, rischia di diffondere anziché contenere il contagio.
Non si può giocare sulla pelle di povera gente che ha già visto la propria vita stravolta da un virus subdolo.
Non si può trattarla peggio delle bestie,
spostandola da una “zona rossa” verso un moderno lazzaretto.
O vengono dignitosamente ricoverati in una struttura sanitaria pronta a fronteggiare tutte le emergenze oppure si rispettano le norme (valide per tutti i comuni mortali) e si impone loro un periodo di isolamento, senza spostamenti pericolosi soprattutto per loro.
Sbaglierò, ma per far piacere a qualcuno, si è scientemente deciso di infrangere tutti i provvedimenti restrittivi e le ordinanze di chiusura.
Provvedimenti che, evidentemente, servono solo per poter diffondere qualcosa sui social o per sbandierarli in degli inutili braccio di ferro ed in favor di telecamera.
Non è tollerabile trattare quei disperati peggio di pezze vecchie, pensando solo a come sbarazzarsene.
Si tratta di persone che, tra l’altro, dovrebbero essere indennizzate e, magari, per questo motivo è iniziato un vergognoso scaricabarile.
Rimane il dubbio che sia stato proprio il Dio danaro ad aver suggerito questa scelte.