Coronavirus, Confartigianato Imprese: “Dove sono finiti i bonus per i collaboratori sportivi?”

“Prime vittime di questa seconda ondata di Covid-19 sono stati gli operatori sportivi di tutt’Italia. Con dpcm del 25 ottobre, prima ancora che il nostro Paese fosse suddiviso in zone rosse, arancioni e gialle, il presidente Conte ha ordinato la chiusura di tutte le palestre e piscine operanti sul territorio nazionale, mettendo ulteriormente in ginocchio il mondo dello sport che, dopo le precedenti chiusure e i numerosi investimenti successivi per poter rendere i loro spazi sicuri, acquistando dpi, predisponendo sanificazioni e tutti i protocolli necessari, sono stati ancora una volta beffati dallo Stato con nuove ferree restrizioni”.  Lo scrivono in una nota Enzo Bifano, presidente Confartigianato Catanzaro, Raffaele Mostaccioli, segretario Provinciale Confartigianato Imprese e Innocenza Giannuzzi, presidente Confartigianato Turismo Catanzaro.

Promesse non mantenute

Promesse non mantenute

“Le promesse? Sempre le medesime: l’erogazione di appositi bonus che sarebbero dovuti pervenire in tempi celeri e in maniera automatica a tutti coloro che ne avevano fatto richiesta nei precedenti mesi. Invece? Invece – si legge ancora nella nota –  se non si muore di Covid, in Italia si muore di fame, perché a distanza di 20 giorni quei poveri collaboratori sportivi non hanno visto neanche un centesimo degli 800 euro promessi. Anzi, anche la beffa per questi lavoratori a cui è stato imposto lo stop forzato: è pervenuta, infatti, a tutti loro nella casella di posta elettronica una prima mail che chiedeva di confermare di essere ancora in possesso di tutti i requisiti per poter beneficiare del bonus. A distanza di ulteriori giorni, l’avviso che “a breve” (perché sempre tutto “a breve” avviene, ma forse la tempestività dei comuni cittadini non corrisponde a quella del Governo nazionale) arriverà un’ulteriore mail con ulteriori conferme o rinunce da dare. Intanto i tempi si dilatano, sono trascorsi già 20 giorni e chissà quanto ci sarà ancora da attendere. Per non parlare della ridicolaggine di un bonus automatico che di “automatico” non ha nulla. Intanto le famiglie non sanno come arrivare a fine mese, non sanno come pagare affitti, bollette e con quali soldi fare la spesa. Così vogliamo salvare la nostra Italia? Con la sanità abbandonata a sé, gli imprenditori abbandonati a sé e le promesse che ormai non illudono più nessuno? E dire – conclude la nota – che c’è ancora chi attende la cassa integrazione di marzo… mentre i vertici statuali, che avrebbero dovuto imparare qualcosa dagli errori pregressi, stanno dimostrando di non aver imparato proprio niente”.

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