Coronavirus, Conte firma il nuovo Dpcm: vietate feste, gite e calcetto

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Si è conclusa all’una di notte la trattiva fra Governo e Regioni che ha portato alla firma firma del nuovo Dpcm da parte del premier Giuseppe Conte. Il decreto sarà in vigore per un mese. Confermate le lezioni in presenza a scuola per le scuole superiori, fino all’ultimo in bilico. La scuola, però, resta osservata speciale in questa fase della pandemia di Coronavirus, con l’ipotesi delle lezioni a distanza per alleggerire il trasporto pubblico. Si fermano invece gli sport di contatto amatoriali, così come arriva l’obbligo per bar e ristoranti di evitare assembramenti all’aperto dopo le 21, permettendo ai clienti di sostare all’esterno solo se seduti ai tavoli. E poi, in merito alle cene in casa, non più di sei persone tra familiari e amici non conviventi, possibilmente indossando la mascherina, da portare con sé all’aperto sempre e ovunque. Il nuovo Dpcm non prevede le chiusure dei confini regionali.

Le regole sull’uso della mascherina è fissato nel primo articolo del Dpcm, con cui si stabilisce che: “è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, nonché obbligo di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi, e comunque con salvezza dei protocolli e delle linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché delle linee guida per il consumo di cibi e bevande”. Non sono obbligati a indossare la mascherina chi sta facendo sport, i runner quindi ma non chi passeggia come ha chiarito il Viminale, i bambini sotto i sei anni e chi soffre di patologie incompatibili con l’uso della mascherina. C’è poi la raccomandazione a indossare le mascherine in casa in presenza di amici e parenti non conviventi.

Le regole sull’uso della mascherina è fissato nel primo articolo del Dpcm, con cui si stabilisce che: “è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, nonché obbligo di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi, e comunque con salvezza dei protocolli e delle linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché delle linee guida per il consumo di cibi e bevande”. Non sono obbligati a indossare la mascherina chi sta facendo sport, i runner quindi ma non chi passeggia come ha chiarito il Viminale, i bambini sotto i sei anni e chi soffre di patologie incompatibili con l’uso della mascherina. C’è poi la raccomandazione a indossare le mascherine in casa in presenza di amici e parenti non conviventi.

Discoteche e fiere

Prorogato il divieto di feste da ballo, quindi restano chiuse discoteche e sale da ballo, con la novità del divieto di ogni tipo di festa privata sia al chiuso che all’aperto. Sono permesse fiere e congressi, fatte salve le regole già in vigore su distanziamento sociale, protezioni e igiene. Per le cerimonie civili e religiose, dai matrimoni ai funerali per esempio, è permessa la partecipazione di massimo 30 persone.

Cerimonie religiose

Regole invariate per gli eventi religiosi, dunque con un limite legato alla capienza e alla possibilità di mantenere la distanza interpersonale di 1 metro. Ma per i banchetti “viene fissato il limite di 30 invitati seguendo comunque le regole già previste dai protocolli” e dunque il distanziamento di un metro tra le persone e l’obbligo di mascherina quando non si sta seduti al tavolo. I buffet sono consentiti soltanto mantenendo il distanziamento e dovrà essere il personale di sala a distribuire cibo e bevande.

Gite scolastiche

L’unico stop per la scuola riguarda quello per le gite scolastiche per le classi di ogni ordine e grado, così come ogni progetto di scambio e gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche programmate. Restano consentite “le attività inerenti percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, nonché le attività di tirocinio”.

Bar e ristoranti

Vengono fissati limiti di orario e di somministrazione di cibi e bevande per i locali pubblici: “Le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) sono consentite sino alle ore 24.00 con servizio al tavolo e sino alle ore 21.00 in assenza di servizio al tavolo”. Si potrà stare dentro e fuori ma sempre seduti, altrimenti è vietato rimanere oltre le 21 perché il provvedimento del governo ribadisce il divieto di assembramento. “Restano comunque aperti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande negli ospedali e negli aeroporti”.

Bar e ristoranti, e tutte le attività di ristorazione, possono restare aperti fino a mezzanotte. Ma dalle 21 non potranno far sostare i clienti fuori dal locale, a meno che non ci sia servizio al tavolo. Permesso come in passato ogni servizio di asporto, purché la consumazione non si svolga davanti al locale dopo le 21.

Concerti e cinema

Gli spettacoli all’aperto non subiscono variazioni rispetto alle precedenti disposizioni, in particolare restano invariati i limiti di 200 persone per gli eventi al chiuso e di 1.000 all’aperto, sempre nel rispetto delle regole di distanziamento sociale.

Calcetto e palestre

Il nuovo Dpcm ripristina il divieto dello scorso marzo sugli sport di contatto in ambito amatoriale, quindi partite e tornei di calcetto e basket. Possono invece continuare le proprie attività tutte le società sportive dilettantistiche iscritte al Coni e al Comitato paraolimpico, comprese le palestre, che dovranno continuare a rispettare i protocolli fissati dalle rispettive federazioni.

Per le competizioni sportive è consentita la presenza di pubblico, “con una percentuale massima di riempimento del 15% rispetto alla capienza totale e comunque non oltre il numero massimo di 1000 spettatori” all’aperto e 200 al chiuso. Va garantita la distanza di un metro e la misurazione della febbre all’ingresso. Le regioni e le province autonome, in relazione all’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori, possono stabilire, d’intesa con il ministro della salute, un diverso numero massimo di spettatori in considerazione delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi e degli impianti; con riferimento al numero massimo di spettatori per gli eventi e le competizioni sportive non all’aperto, sono in ogni caso fatte salve le ordinanze già adottate dalle regioni e dalle province autonome.

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