di Danilo Colacino – Questa di fatto è la quarta domenica di quarantena da quando il dannato Coronavirus si è minacciosamente affacciato all’orizzonte.
Ormai già con il suo ingente carico di malati e di morti.
Ormai già con il suo ingente carico di malati e di morti.
E sì, perché il primo Dpcm Conte su Lombardia e Veneto dichiarate ‘zone rosse’ (con annessa fuga verso Sud di migliaia di persone) dello scorso 7 marzo aveva ingenerato un diffuso stato di chiusura e incertezza tale da svuotare le strade e far annullare tutte le solite iniziative per la festa della donna di giorno 8.
Un mese (convenzionalmente inteso) dunque, per giunta quello dell’ingresso della primavera e dell’arrivo dei primi tepori dopo i rigori (nel 2020 pochi per la verità) del Generale Inverno, di clausura domestica che oggi forse avrà un effetto assai negativo ancor più incisivo sotto il profilo dell’umore di molti, essendo entrata in vigore l’ora legale.
Atto che, come si dice in gergo, ‘allunga’ le giornate.
Una mazzata per quanti, e sarebbero stati in parecchi in Calabria, ne avrebbero approfittato per la prima gita fuori porta o salutare passeggiata.