Coronavirus, distanza di 2,5 metri tra le persone in mare e sulla spiaggia

Quando mancano poco più di due mesi all’inizio dell’estate, le due domande di molti cittadini sono sempre le stesse: si potrà andare in spiaggia e tuffarsi in mare? L’Istituto Superiore di Sanità e il ministero della Salute, insieme alla collaborazione della Società Nazionale di Salvamento, stanno lavorando per garantire una stagione estiva più normale possibile.

La cosa certa è che ci saranno delle regole da rispettare obbligatoriamente per garantire una sicurezza totale in acqua e in spiaggia. Ricordiamo che il mare non è contaminato da Coronavirus ma, come riporta il Corriere della Sera,  potrebbe esserlo a causa dell’uomo. Resta da sottolineare, tuttavia, la bassa concentrazione in acqua del virus. Alfredo Rossi, medico e direttore sanitario della Società Nazionale di Salvamento, a corriere.it, ha spiegato: “Il virus è infatti presente a livello critico solo nelle aree marine adiacenti allo sversamento e nelle acque reflue di scarichi organici a causa della trasmissione fecale, proprio come succede per altri virus e batteri”. Dunque, tuffarsi in mare aperto non è pericoloso perché lontano dalle aree non vicine agli sversamenti. Ma come avverrebbe la trasmissione del virus in acqua? Al quesito lo stesso Rossi ha chiarito: “La trasmissione da un individuo sano e uno positivo avviene tramite la l’aria espirata e il contatto umano qualora i due nuotatori si trovassero troppo vicini. Tuttavia il virus potrebbe non sopravvivere grazie anche all’azione del sale, delle correnti, dei raggi ultravioletti. Il mare ha un potere auto depurante enorme”. Ovviamente bisognerà garantire la distanza di 2,5 metri tra le persone sia in spiaggia che in acqua.

La cosa certa è che ci saranno delle regole da rispettare obbligatoriamente per garantire una sicurezza totale in acqua e in spiaggia. Ricordiamo che il mare non è contaminato da Coronavirus ma, come riporta il Corriere della Sera,  potrebbe esserlo a causa dell’uomo. Resta da sottolineare, tuttavia, la bassa concentrazione in acqua del virus. Alfredo Rossi, medico e direttore sanitario della Società Nazionale di Salvamento, a corriere.it, ha spiegato: “Il virus è infatti presente a livello critico solo nelle aree marine adiacenti allo sversamento e nelle acque reflue di scarichi organici a causa della trasmissione fecale, proprio come succede per altri virus e batteri”. Dunque, tuffarsi in mare aperto non è pericoloso perché lontano dalle aree non vicine agli sversamenti. Ma come avverrebbe la trasmissione del virus in acqua? Al quesito lo stesso Rossi ha chiarito: “La trasmissione da un individuo sano e uno positivo avviene tramite la l’aria espirata e il contatto umano qualora i due nuotatori si trovassero troppo vicini. Tuttavia il virus potrebbe non sopravvivere grazie anche all’azione del sale, delle correnti, dei raggi ultravioletti. Il mare ha un potere auto depurante enorme”. Ovviamente bisognerà garantire la distanza di 2,5 metri tra le persone sia in spiaggia che in acqua.
Redazione Calabria 7

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