AstraZeneca e l’Università di Oxford hanno ammesso ieri, 25 novembre, che errori di produzione potrebbero aver viziato i risultati preliminari della sperimentazione del loro potenziale vaccino contro la Covid-19. Un comunicato che spiega la natura dell’errore è stato pubblicato giorni dopo che l’università aveva descritto il vaccino sperimentale come “altamente efficace”. L’annuncio che i pazienti cui era stata somministrata una dose inferiore di vaccino avevano conseguito un’immunizzazione apparentemente più efficace aveva innescato dubbi tra gli esperti. Nel gruppo di volontari che aveva ricevuto la dose piena del vaccino, infatti, l’efficacia era stata del 62 per cento, per un’efficacia media complessiva del 70 per cento.
Sovrastima dell’efficacia
Sovrastima dell’efficacia
AstraZeneca ha effettuato la sperimentazione nel Regno Unito e in Brasile, al fine di determinare la dose ideale del farmaco, la sua sicurezza e la sua efficacia. Nel comunicato diffuso ieri, però, l’università di Oxford ha ammesso che la concentrazione di vaccino in alcuni dei flaconi utilizzati nella sperimentazione era errata a causa di errori nella fase produttiva, e che per tale ragione alcuni volontari hanno ricevuto soltanto la metà della dose di vaccino prevista. Un altro errore sarebbe di natura metodologica: tra i volontari che hanno ricevuto soltanto metà della dose di vaccino, nessuno era di età superiore a 55 anni, e tale fattore avrebbe contribuito a sovrastimare l’efficacia di una somministrazione ridotta del farmaco. I dettagli della sperimentazione verranno pubblicati da riviste scientifiche e trasmessi ai regolatori britannici, che dovranno decidere se autorizzare o meno la distribuzione del vaccino.