Uno steroide a basso costo, circa 6 euro, e facilmente reperibile potrebbe essere la prima terapia anti-Covid in grado di salvare la vita ai pazienti gravemente colpiti dal Coronavirus.
E’ quanto emerge dallo studio dell’Università di Oxford (Gran Bretagna). Secondo i ricercatori il nuovo farmaco, l’antinfiammatorio steroideo desametasone, è “un importante passo avanti” e fa sperare nella sopravvivenza di migliaia dei malati più gravi. Dopo che uno studio ha dimostrato che lo steroide ha salvato la vita di un terzo dei casi più gravi, il ministro alla Salute, Mart Hancock, rende noto che a breve sarà somministrato ai pazienti affetti da Coronavirus in Inghilterra. “Questo farmaco fa parte del più grande studio al mondo che sta testando i trattamenti già esistenti, che potrebbero avere una efficacia contro Covid-19. I ricercatori hanno stimato che, se il farmaco fosse stato disponibile nel Regno Unito dall’inizio della pandemia di Coronavirus, si sarebbero potuti salvare fino a 5mila pazienti.
E’ quanto emerge dallo studio dell’Università di Oxford (Gran Bretagna). Secondo i ricercatori il nuovo farmaco, l’antinfiammatorio steroideo desametasone, è “un importante passo avanti” e fa sperare nella sopravvivenza di migliaia dei malati più gravi. Dopo che uno studio ha dimostrato che lo steroide ha salvato la vita di un terzo dei casi più gravi, il ministro alla Salute, Mart Hancock, rende noto che a breve sarà somministrato ai pazienti affetti da Coronavirus in Inghilterra. “Questo farmaco fa parte del più grande studio al mondo che sta testando i trattamenti già esistenti, che potrebbero avere una efficacia contro Covid-19. I ricercatori hanno stimato che, se il farmaco fosse stato disponibile nel Regno Unito dall’inizio della pandemia di Coronavirus, si sarebbero potuti salvare fino a 5mila pazienti.
L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) plaude alla terapia contro il Covid-19 basata sul desametasone.
“Questa è una grande notizia. Mi congratulo con il governo del Regno Unito, l’Università di Oxford e con i molti ospedali e pazienti che in Gb hanno contribuito a questa svolta scientifica salvavita“. Così il numero uno dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus.