di Damiana Riverso – Un comparto troppo spesso dato per scontato, ma fondamentale per l’economia italiana. Stiamo parlando dei fornitori di carburante. “Siamo un settore in grosse difficoltà, abbiamo una perdita dell’80% del fatturato, restiamo aperti per nulla perché la circolazione è in diminuzione”. Lo dichiara Ferruccio Schiavello, presidente regionale Asnali e coordinatore nazionale Asnali Energia. “Il nostro – afferma Schiavello – è un settore strategico, se non ci fossimo noi l’Italia si sarebbe fermata durante questa pandemia. Abbiamo continuato a lavorare con grande senso di responsabilità per fornire di carburante le ambulanze, le Forze dell’ordine, la grande distribuzione di generi alimentari e molto altro. Eppure non siamo stati tenuti in considerazione dal Governo centrale e ancora meno dalla nostra Regione. I fornitori non mai rientrati nei ristori erogati dallo Stato, né in quelli previsti da Riparti Calabria. Non siamo stati considerati come categoria e ora i benzinai vivono grosse difficoltà perché non riescono a ricomprare il carburante e rischiano la chiusura. L’Italia ha un utile di 2 centesimi a litro. Dobbiamo vendere un milione di litri di benzina per arrivare a un margine di 25mila euro. L’erogato medio in Italia è meno di un milione. Quindi moltissimi benzinai non arrivano a fine mese, e rischiano anche di prendere il Covid e portarlo a casa la sera”.
Dalla regione promesse mai mantenute
Dalla regione promesse mai mantenute
“Ma oltre al danno la beffa. Sappiamo – dice ancora Schiavello – che moltissime aree di servizio hanno anche i bar che sono stati costretti a chiudere. Ma anche questi non sono rientrati nel decreto ristoro perché il codice Ateco principale di queste aree è quello del rifornimento di benzina e allora come si deve fare? Abbiamo avuto un incontro con il presidente facente funzioni Nino Spirlì, quando ancora non ricopriva questa carica e non meno di 10 giorni fa con il consigliere regionale Fausto Orsomarso, ma in entrambi i casi abbiamo ottenuto solo promesse mai mantenute. I benzinai sono considerati come imprenditori, ma non possono licenziare personale o beneficiare della cassa integrazione. Senza nessun aiuto, senza bonus come possiamo fare? Non possiamo neanche fare sciopero perché altrimenti saremmo additati come responsabili”.
Rischio desertificazione di alcune aree
“Voglio anche fare notare che la chiusura di molti punti contribuirebbe alla desertificazione di alcuni territori già in difficoltà. Le persone sarebbero costrette a fare anche 40 o 50 chilometri per un litro di benzina. Nei piccoli paesi i distributori sono anche presidi di legalità e informazione. Sono punti di incontro che non possono morire. Il Governo, ma anche la regione Calabria, deve capire che per logistica e per conformazione geografica non possiamo permetterci di perdere i piccoli distributori perché rischiamo di isolare intere aree. Noi non siamo la Germania o la Francia”.
Servono aiuti immediati
“Faccio un appello, ma spero non resti semplicemente un appello. Servono aiuti immediati. Dobbiamo anche noi rientrare nei ristori previsti per tutte le altre categorie. Non possono abbandonarci e pretendere che continuiamo a lavorare rischiando anche la nostra salute. Nel decreto Ristori, Ristori bis e Riparti Calabria sono rientrare quasi tutte le categorie, tranne questa. E’ paradossale”.