Coronavirus, Fp-Cgil: “Vigili del fuoco al collasso in Calabria”

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“Purtroppo l’emergenza epidemiologica in atto non risparmia i lavoratori del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Soprattutto in Calabria, terra di frontiera per l’assistenza sanitaria, non si riesce a trovare uno spiraglio per garantire al personale del corpo uno screening con tampone antigenico. Nonostante tutti i comandi della Calabria hanno chiesto alle varie ASP territoriali o aziende ospedaliere di concedere una corsia preferenziale dedicata ai Vigili del Fuoco che quotidianamente, nella loro attività di soccorso alla popolazione rischiano il contagio”. E’ quanto afferma Giuseppe Cilione, coordinatore regionale del Fp-Cgil vigili del fuoco.

“Considerato che ciò non è stato ancora recepito dalle autorità sanitarie, ci si è spinti anche a richiedere le forniture di test rapidi per poter eseguire lo screening a cura dei medici competenti di ogni comando provinciale. Ad oggi purtroppo nessuna risposta positiva. Alla già precaria situazione sanitaria si aggiunge l’ostinazione del capo del corpo Fabio Dattilo che, nonostante le richieste pervenute dai vari comandi per l’applicazione temporanea di un orario di servizio a 24/72 ore, al fine di limitare gli spostamenti del personale operativo, non si assume un minimo di responsabilità, facendo come lo struzzo ed ignorando l’ingente numero di soggetti positivi e/o in quarantena”.

“Considerato che ciò non è stato ancora recepito dalle autorità sanitarie, ci si è spinti anche a richiedere le forniture di test rapidi per poter eseguire lo screening a cura dei medici competenti di ogni comando provinciale. Ad oggi purtroppo nessuna risposta positiva. Alla già precaria situazione sanitaria si aggiunge l’ostinazione del capo del corpo Fabio Dattilo che, nonostante le richieste pervenute dai vari comandi per l’applicazione temporanea di un orario di servizio a 24/72 ore, al fine di limitare gli spostamenti del personale operativo, non si assume un minimo di responsabilità, facendo come lo struzzo ed ignorando l’ingente numero di soggetti positivi e/o in quarantena”.

“I pompieri non possono praticare lo smart working”

“Oggi – denuncia il sindacalista – vi sono dei comandi che hanno personale in quarantena e positivi per interi turni di servizio, e questi devono essere sostituiti dagli operativi che spesso aumentano a dismisura le ore di lavoro. Come organizzazione sindacale sempre attenta alla tutela della salute dei lavoratori e allo stesso tempo alla garanzia del soccorso tecnico urgente alla popolazione, ci rivolgiamo – conclude Cilione – a tutte le istituzioni, alla politica, ai prefetti, ai direttori generali delle aziende ospedaliere e dell’Asp territoriali, affinché nell’immediato si riesca a trovare una soluzione, ricordando che i pompieri non possono praticare lo smart working. Il soccorso lo si garantisce solo in presenza, ed il Covid è pure lui sempre presente”.

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