Andrea Gambotto, medico membro del team di ricercatori dell’Università di Pittsburgh che lo scorso 2 aprile ha pubblicato il primo report sul vaccino-cerotto contro il Coronavirus, a “Che Tempo che fa”, il programma TV condotto da Fabio Fazio, lancia ancora un messaggio di speranza per il vaccino anti-Coronavirus.
“”Il vaccino cerotto si basa sulla proteina ‘spike’. Noi abbiamo conosciuto l’esistenza e la sequenza genetica di questa proteina il 10 gennaio. La scienza sta andando ad una velocità che non ha mai conosciuto prima. Vedendo i risultati sugli animali siamo ottimisti. In questo caso, vista l’emergenza sanitaria, dobbiamo cercare di accelerare i test sull’uomo. “Siamo abbastanza ottimisti perché in teoria è un vaccino molto semplice, molto vicino a quello dell’influenza”. Sui tempi, durante l’intervista è intervenuto il professor Burioni, presente in studio, con parole importanti: “Se la risposta è ragionevole si sta pensando di sperimentare il vaccino su volontari, persone giovani che non dovrebbero avere un grande danno dall’infezione, se questo venisse eticamente approvato, noi potremmo ridurre quell’anno in pochi mesi”. Una teoria approvata dal professor Gambotto, il quale ha sottolineato “la necessità, qualora la pandemia fosse ancora presente, di prendere una scorciatoia per approvare il prima possibile questo vaccino. Magari, usandolo in aree dove il virus è pandemico per avere risposte immediate sulla sua efficacia”.
“”Il vaccino cerotto si basa sulla proteina ‘spike’. Noi abbiamo conosciuto l’esistenza e la sequenza genetica di questa proteina il 10 gennaio. La scienza sta andando ad una velocità che non ha mai conosciuto prima. Vedendo i risultati sugli animali siamo ottimisti. In questo caso, vista l’emergenza sanitaria, dobbiamo cercare di accelerare i test sull’uomo. “Siamo abbastanza ottimisti perché in teoria è un vaccino molto semplice, molto vicino a quello dell’influenza”. Sui tempi, durante l’intervista è intervenuto il professor Burioni, presente in studio, con parole importanti: “Se la risposta è ragionevole si sta pensando di sperimentare il vaccino su volontari, persone giovani che non dovrebbero avere un grande danno dall’infezione, se questo venisse eticamente approvato, noi potremmo ridurre quell’anno in pochi mesi”. Una teoria approvata dal professor Gambotto, il quale ha sottolineato “la necessità, qualora la pandemia fosse ancora presente, di prendere una scorciatoia per approvare il prima possibile questo vaccino. Magari, usandolo in aree dove il virus è pandemico per avere risposte immediate sulla sua efficacia”.
Il vaccino (dalle dimensioni di un cerotto capace, grazie a 400 piccoli aghi, di rilasciare frammenti della proteina “spike”), come ha ricordato Andrea Gambotto, ha già superato la fase di sperimentazione animale. Lo stesso vaccino è in grado di rilasciare un principio attivo nella pelle e secondo la rivista EBiomedicine (Lancet) potrebbe essere sperimentato clinicamente su individui. Perché potrebbe accadere? Già sui topi, ionfatti, il ‘PittCoVacc’ ha prodotto una quantità di anticorpi per neutralizzare il SARS-CoV-2.
Redazione Calabria 7.