Enrico Bucci, docente di Biologia dei sistemi alla Temple University di Philadelphia, ha spiegato che i tamponi in Italia sono eseguiti con modalità molto disomogenee e questo complica gli studi sul coronavirus.
Lo racconta in un articolo de IlGiornale.it, dal titolo “La rivolta degli scienziati: il governo non sa contare”. Basta masticare un minimo di statistica per capire che se ogni territorio fa i tamponi con un criterio diverso (a tappeto, ai soli sintomatici, ai soli malati) i risultati non si possono comparare. Ma in realtà è molto peggio: se è in base a questi numeri che si prendono le decisioni sulla durata del lockdown, sulle prospettive di aiuti economici, sull’andamento dell’economia, ecco svelato perché l’Italia si sta muovendo al buio.
Lo racconta in un articolo de IlGiornale.it, dal titolo “La rivolta degli scienziati: il governo non sa contare”. Basta masticare un minimo di statistica per capire che se ogni territorio fa i tamponi con un criterio diverso (a tappeto, ai soli sintomatici, ai soli malati) i risultati non si possono comparare. Ma in realtà è molto peggio: se è in base a questi numeri che si prendono le decisioni sulla durata del lockdown, sulle prospettive di aiuti economici, sull’andamento dell’economia, ecco svelato perché l’Italia si sta muovendo al buio.
I tamponi andrebbero fatti su campioni rappresentativi della popolazione e della diffusione della malattia, come si fa, o si tenta di fare, con i sondaggi elettorali. E infatti è stato proprio un sondaggista, Lorenzo Pregliasco di Youtrend, a spiegare al Giornale.it che i numeri dei tamponi sono falsati: “Vengono comunicati i dati dei test, ma su ogni persona sospetta ne vengono eseguiti anche due o tre. Quindi il numero delle persone effettivamente testato è di molto inferiore”.