Coronavirus, i colori delle regioni dal 10 maggio: la Calabria può tornare gialla

Le nuove eventuali ordinanze del ministro della Salute, Roberto Speranza, avranno validità dalla prossima settimana. 
sistema dei colori

Con il consueto monitoraggio settimanale di venerdì 7 maggio sull’andamento della pandemia da Covid, quasi tutta Italia dovrebbe colorarsi di giallo. Le nuove eventuali ordinanze del ministro della Salute, Roberto Speranza, avranno validità dalla prossima settimana. Attualmente sono 15 (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Friuli Venezia-Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Toscana, Umbria e Veneto, oltre alle province autonome di Trento e Bolzano) le regioni nella zona con minori restrizioni, 5 (Sardegna, Sicilia, Puglia, Basilicata e Calabria) quelle in zona arancione e solo una (Valle d’Aosta) in fascia rossa.

“Andiamo verso le riaperture, ma non bisogna dimenticare i morti”. Così il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli. “Bene il certificato verde per favorire il turismo. L’obiettivo è quello di riprendere una serie di attività economiche, sociali e ricreative che hanno sempre connotato la vita di tutti noi. Tuttavia – conclude il ricercatore – per contemperare nel modo migliore questo obiettivo con la tutela della salute è fondamentale basare le scelte sui principi della gradualità e della progressività, impiegando come stella polare di riferimento, per scelte come quelle sul coprifuoco, l’evoluzione dei numeri della curva epidemiologica. Deve essere ben chiaro che nessuno ha piacere a suggerire strategie di restrizione della vita sociale, dei movimenti o delle attività”.

“Andiamo verso le riaperture, ma non bisogna dimenticare i morti”. Così il presidente del Consiglio Superiore di Sanità, Franco Locatelli. “Bene il certificato verde per favorire il turismo. L’obiettivo è quello di riprendere una serie di attività economiche, sociali e ricreative che hanno sempre connotato la vita di tutti noi. Tuttavia – conclude il ricercatore – per contemperare nel modo migliore questo obiettivo con la tutela della salute è fondamentale basare le scelte sui principi della gradualità e della progressività, impiegando come stella polare di riferimento, per scelte come quelle sul coprifuoco, l’evoluzione dei numeri della curva epidemiologica. Deve essere ben chiaro che nessuno ha piacere a suggerire strategie di restrizione della vita sociale, dei movimenti o delle attività”.

Quali regioni possono cambiare colore

Quattro sono le regioni “sorvegliate speciali“. Puglia, Basilicata e Calabria – come riportato dal Sole24Ore – hanno molte possibilità di passare in zona gialla. Anche la Valle d’Aosta dovrebbe fare un salto, tornano nell’area arancione. Sardegna ancora in bilico, il monitoraggio di domani toglierà ogni dubbio.

La Calabria spera di tornare nell’area con minori restrizioni. Nell’ultimo monitoraggio settimanale di venerdì scorso, 30 aprile, la regione ha registrato un trend dei casi in discesa e un Rt sotto l’1 (0.75), ma un sovraccarico nelle aree mediche, una valutazione di impatto alta e una classificazione complessiva del rischio moderata.

È questo il quadro attuale in vista dell’analisi dei dati da parte dell’Istituto Superiore della Sanità. Tutte le altre regioni e province autonome dovrebbero restare in giallo. Anche questa settimana il valore dell’Rt (indice di velocità del contagio) potrebbe registrare un leggero rialzo rispetto allo 0.85 comunicato la scorsa settimana. La stima, ovviamente, non sarà ancora influenzata dalle parziali riaperture del 26 aprile.

Come si entra in zona gialla

Sono obbligatori 14 giorni in un livello di rischio o scenario inferiore a quello che ha determinato le misure restrittive. E i parametri da rispettare sono: Rt (l’indice che misura la velocità del contagio) sotto 1 e rischio complessivo basso o moderato. Un indicatore quest’ultimo risultato del calcolo di 21 parametri, dalla comparsa dei nuovi focolai al tasso di occupazione di ospedali e terapie intensive.

Nel Paese nessuna Regione è a rischio alto. Undici Regioni e Province autonome hanno una classificazione di rischio moderato (di cui nessuna ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e 10 Regioni hanno una classificazione di rischio basso. Tre Regioni (contro 4 della settimana precedente) hanno un Rt puntuale maggiore di uno. Campania e Sicilia hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre di tipo 1.

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