Coronavirus, il farmacologo: “Plasma e anticorpi monoclonali salvano vite”

Un appello al Governo affinché potenzi le sperimentazioni cliniche in corso di plasmaterapia in pazienti gravi affetti da Coronavirus, creando almeno un centro in ogni regione per la somministrazione. A lanciarlo è Giuseppe Nisticò, farmacologo di fama internazionale, già membro del comitato scientifico dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco e rappresentante del parlamento europeo in seno al consiglio di amministrazione della stessa agenzia.

“Era già prevedibile per gli addetti ai lavori – spiega all’AGI commentando le ultime novità provenienti dalla comunità scientifica – l’effetto terapeutico del plasma di pazienti guariti dal coronavirus, in quanto questo è ricco di anticorpi che neutralizzano il virus. Quindi ho appreso con grande interesse – aggiunge – i risultati del professor Cesare Perotti, direttore del servizio di Immunoematologia del San Matteo di Pavia, in collaborazione con una rete di ospedali (Mantova, Lodi, Padova e Novara), pubblicati sulla prestigiosa rivista “Nature” in cui è stato sottolineato che la plasmaterapia rappresenta il trattamento di prima scelta in pazienti affetti da Covid 19. Si tratta di uno studio preliminare su 52 pazienti – aggiunge Nisticò – che si trovavano in gravi condizioni di insufficienza respiratoria e la maggior parte di questi sono stati salvati da morte sicura”.

“Era già prevedibile per gli addetti ai lavori – spiega all’AGI commentando le ultime novità provenienti dalla comunità scientifica – l’effetto terapeutico del plasma di pazienti guariti dal coronavirus, in quanto questo è ricco di anticorpi che neutralizzano il virus. Quindi ho appreso con grande interesse – aggiunge – i risultati del professor Cesare Perotti, direttore del servizio di Immunoematologia del San Matteo di Pavia, in collaborazione con una rete di ospedali (Mantova, Lodi, Padova e Novara), pubblicati sulla prestigiosa rivista “Nature” in cui è stato sottolineato che la plasmaterapia rappresenta il trattamento di prima scelta in pazienti affetti da Covid 19. Si tratta di uno studio preliminare su 52 pazienti – aggiunge Nisticò – che si trovavano in gravi condizioni di insufficienza respiratoria e la maggior parte di questi sono stati salvati da morte sicura”.
Ora, secondo Nisticò, “bisognerebbe convincere il maggior numero possibile di pazienti guariti a donare il proprio sangue con le modalità indicate dal San Matteo. Pertanto – dice – faccio appello al Governo per stanziare immediatamente le risorse necessarie da un lato per incentivare i pazienti che volontariamente donano il sangue dopo la guarigione, dall’altro per la creazione di una o più banche di plasma iperimmune, per dotare le singole regioni di scorte sufficienti per trattare i malati più gravi. In tal modo – secondo lo studioso – si riuscirebbe a ridurre significativamente o addirittura a cancellare i decessi e la sindrome da coronavirus non farebbe più tanta paura. In considerazione dei risultati eccellenti ottenuti in questi primi clinical trials – secondo Nisticò – l’Aifa e l’Ema dovrebbero incoraggiare e coordinare, anche insieme con la Fda statunitense, uno studio molto più ampio, randomizzato, controllato, multicentrico, su migliaia di pazienti in modo da confermare al più presto possibile l’efficacia e la tollerabilità del trattamento con plasma di pazienti guariti”. Prima di tale studio, tuttavia, “è doveroso potenziare gli studi in corso al San Matteo e alla rete di aziende ospedaliere collegate, confermando piena fiducia a medici e primari che con coraggio e abnegazione continuano a salvare vite umane e in una fase successiva condurre clinical trials più perfetti secondo i sacri crismi delle agenzie internazionali del farmaco. In altre parole – continua – prima la “sostanza”, cioè salvare vite umane, e poi la “forma”, ovvero studi clinici controllati secondo regole internazionali. Analogamente – aggiunge – il governo dovrebbe anche mettere a disposizione le risorse finanziarie necessarie per condurre i primi clinical trials con anticorpi monoclonali verso il coronavirus, anticorpi che – spiega – sono attualmente già disponibili come quello scoperto dallo scienziato italiano Pierpaolo Pandolfi della Harward University di Boston che sta lavorando in collaborazione con un Comitato di 29 gruppi di ricerca coordinati dal prof. Giuseppe Novelli, famoso genetista dell’Università di Roma Tor Vrgata. Gli anticorpi monoclonali saranno più sicuri anche rispetto al plasma, evitando potenziali, sia pure rari, rischi che si possono verificare dopo l’infusione di plasma, come infezioni da virus dell’Epatite B e C, virus dell’Aids, prioni responsabili del morbo della mucca pazza. La disponibilità di larghe quantità di plasma di soggetti guariti da Covid 19, insieme con la produzione in tempi brevi di anticorpi monoclonali, consentirebbe – a giudizio di Nisticò di sconfiggere definitivamente il coronavirus anche prima della registrazione ed immissione in commercio di un vaccino efficace e sicuro. Quando poi sarà in commercio il vaccino, questo sarà utile – sottolinea – per la prevenzione del Covid-19, mentre gli anticorpi monoclonali rappresenteranno un’ottima terapia in pazienti malati in cui come pallottole magiche sono in grado di legarsi al virus e neutralizzarlo”.
Redazione Calabria 7

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