Coronavirus, il fratello pediatra del caso positivo a Catanzaro: “Ecco la verità” (ESCLUSIVA)

incendio catanzaro

di Alessandro Manfredi – Tutta la verità sul caso risultato positivo al primo tampone effettuato a Catanzaro. A raccontarla, in esclusiva a Calabria 7, è il fratello dell’uomo di 67 anni del quale si attende conferma di positività al Covid-19 dall’Istituto Superiore della Sanità.

Lo abbiamo ascoltato al telefono, come testimonianza divenuta quasi obbligatoria, suo malgrado, perché il fratello del paziente positivo è il dottor Franco Giampà, pediatra che svolge la sua professione nel capoluogo di regione. Il medico è stato costretto a replicare ai numerosi post social e audio circolati su whatsapp dopo la notizia del test risultato positivo, comunicata nel tardo pomeriggio dal Governatore della Calabria Jole Santelli.

Lo abbiamo ascoltato al telefono, come testimonianza divenuta quasi obbligatoria, suo malgrado, perché il fratello del paziente positivo è il dottor Franco Giampà, pediatra che svolge la sua professione nel capoluogo di regione. Il medico è stato costretto a replicare ai numerosi post social e audio circolati su whatsapp dopo la notizia del test risultato positivo, comunicata nel tardo pomeriggio dal Governatore della Calabria Jole Santelli.

“Sappiano tutti – racconta il dottor Giampà – che ho già avviato le procedure per querelare coloro che in queste ore hanno diffamato mio fratello, me e la mia famiglia. Ho appreso dalle mie figlie quanto sta accadendo, perché io sono in quarantena volontaria da quando ho appreso che mio fratello ha il Coronavirus. Un provvedimento assunto personalmente, anche se io, mio fratello, non l’ho visto per tre settimane e nel Pronto Soccorso, quando è stato trasportato in ospedale, ho avuto un contatto a debita distanza di sicurezza. Uno scrupolo, il mio, lo stesso avuto da mio fratello e dalla moglie”.

Il dottor Giampà racconta a Calabria 7 nei particolari l’intera vicenda, soprattutto per placare il panico che si è diffuso in città e le tante fake news circolate sui social.

“Mio fratello e la moglie sono stati in Trentino in vacanza. Aveva il biglietto di ritorno in aereo, ma, apprendendo di quanto accadeva nel nord Italia, con la diffusione e l’aumento dei contagi da Covid-19, ha pensato di noleggiare un’auto per tornare a casa. Arrivato a Catanzaro, lui e la moglie si sono autonomamente messi in quarantena. Ho parlato con lui al telefono in questi giorni, monitorando il suo decorso clinico. Giovedì scorso, accogliendo le sue preoccupazioni, gli ho consigliato di chiamare il 118, ma l’operatore non ha considerato il caso di mio fratello come potenziale contagio, poiché non proveniva da zone rosse. Lunedì la forte tosse che mi ha spinto a consigliargli di chiamare il 118 e farsi accompagnare in ospedale. Gli operatori del 118 indossavano la mascherina, così come mio fratello. La mascherina, come noto, dovrebbe preservare il contagiato dal contagio altrui. Arrivato in Pronto soccorso l’ho raggiunto, ma non mi sono avvicinato. Ho chiesto che gli venisse fatto il tampone, cosa avvenuta successivamente. Gli operatori ed i medici del Pronto Soccorso indossavano tutti l’attrezzatura sanitaria prevista, quindi escludo ci possa essere stato contagio”.

Successivamente, il degente è stato portato in reparto malattie infettive da solo. Per poi essere messo in stanza con un altro paziente, al quale ovviamente è stato fatto il tampone. Poi il personale medico a distanza di qualche ora ha eseguito il tampone al Coronavirus, risultato positivo e spedito a Roma.

“Non mi è stato fatto alcun tampone ancora, ma sono in quarantena volontaria per non correre rischi, pur se consapevole di non aver avuto contatti con mio fratello da tre settimane. Gli ho portato le medicine nei giorni scorsi e neppure mi ha aperto. Le ho lasciate sulla soglia di casa. Basta, quindi, con tutte le notizie false che stanno circolando. Provvederò per vie legali contro tutto ciò che si sta dicendo e sta circolando”.

E’ questa, perciò, la reale versione di quanto accaduto, raccontata dal protagonista in questione. Ieri, attraverso messaggi whatsapp fatti circolare e che hanno creato irresponsabilmente il panico, è stato posto il rischio che il pediatra Giampà avesse visitato bambini dopo aver incontrato il fratello. Tutto falso. Effetto del panico da Coronavirus. “Dal Covid-19 si guarisce – continua Giampà – non dobbiamo alimentare false notizie. Bisogna essere responsabili in questo momento”. E senza dubbio, i protagonisti lo sono stati. Forse non tutti, come alcuni in ospedale, ora sottoposti in quarantena perché a contatto con il 67enne positivo. Solo le prossime ore daranno risposte in merito. Intanto, anche se attualmente asintomatica, sarà verificato l’eventuale contagio della moglie. “Mio fratello sta tutto sommato bene – conclude Giampà. Ogni tanto ha bisogno dell’ossigeno, ma non è in terapia intensiva”. Non resta che attendere gli sviluppi, ma tutti quanti, ora, dobbiamo diventare cittadini con un altissimo senso di responsabilità. Non solo per difenderci dal virus, quanto per non cadere negli errori del pregiudizio e dell’ignoranza, elementi emersi in Italia troppo spesso recentemente, da quando la paura la fa da padrone.

Redazione Calabria 7

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