Coronavirus, “Fase 2” dal 4 Maggio? Dipende dalla Lombardia

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Di Giovanni Caglioti – Rispondendo a una domanda sull’ipotesi di ripartenza della Lombardia il 4 Maggio, Ranieri Guerra, Direttore Vicario dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, durante la conferenza stampa in Protezione civile afferma che la Regione Lombardia sarà la regione pilota di quanto accadrà nelle altre, pertanto ci dovrà essere estrema cautela e valutare sia rischio che protocolli per renderlo pari a zero. Il membro dell’Oms smorza un po’ tutti, soprattutto i sostenitori di una ripartenza a macchia di leopardo in base alla gravità dei contagi avvenuti in questi mesi per dare fiato ad una economia che rischia una severa recessione, la più grave dal dopo guerra ad oggi.

Vero è che la situazione della Lombardia non è paragonabile a quella della Calabria in termini di contagi e di morti ma, dati alla mano, il sistema sanitario è ben differente. Strutturato e capillare in Lombardia, uno scolapasta in Calabria. Così come è differente il tessuto economico. Ripartire, economicamente in Lombardia è differente che ripartire in un tessuto economico perennemente depresso come quello calabrese. Insomma, due regioni con due velocità differenti. Ma tralasciando analisi trite e ritrite, ancora oggi, c’è chi, incautamente, per spot elettorali o altro, dal palcoscenico nazionale finendo a quello locale cerca di spingere per una riapertura della nostra regione per dare respiro all’economia di base. Bene, lodevole, importante, ma è fondamentale considerare che non esiste rilancio economico, sia in Lombardia, che in Calabria, così come nel resto d’Europa se prima non si risolve definitivamente la grave emergenza sanitaria.

Vero è che la situazione della Lombardia non è paragonabile a quella della Calabria in termini di contagi e di morti ma, dati alla mano, il sistema sanitario è ben differente. Strutturato e capillare in Lombardia, uno scolapasta in Calabria. Così come è differente il tessuto economico. Ripartire, economicamente in Lombardia è differente che ripartire in un tessuto economico perennemente depresso come quello calabrese. Insomma, due regioni con due velocità differenti. Ma tralasciando analisi trite e ritrite, ancora oggi, c’è chi, incautamente, per spot elettorali o altro, dal palcoscenico nazionale finendo a quello locale cerca di spingere per una riapertura della nostra regione per dare respiro all’economia di base. Bene, lodevole, importante, ma è fondamentale considerare che non esiste rilancio economico, sia in Lombardia, che in Calabria, così come nel resto d’Europa se prima non si risolve definitivamente la grave emergenza sanitaria.

Tutto il resto è semplice demagogia condita del solito pressapochismo di chi parla per alimentare attraverso la disperazione altrui il proprio consenso elettorale. Perché si sa in tempi di recessione si possono fare ottimi affari e molti politicanti i loro affari li hanno già fiutati.

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