Coronavirus, Irto: “Al Sud shock economico gravissimo”

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“Il report diffuso dalla Svimez sugli effetti della crisi del coronavirus sull’economia italiana certifica una situazione pesantissima, dalla quale si potrà uscire solo con uno sforzo comune di tutto il Paese. Dobbiamo essere consapevoli che il Sud sarà investito in pieno da uno shock economico gravissimo”.

E’ quanto afferma il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, dopo la pubblicazione dello studio dell’Associazione per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno. “Il lockdown costa all’Italia 47 miliardi di euro al mese ma è una misura della quale, in questo momento, non si può fare a meno per la grave crisi sanitaria in atto – commenta Irto -. Ritengo che l’equilibrio e la prudenza siano imprescindibili per la pianificazione della cosiddetta ‘fase 2’ e della progressiva, quanto lenta, riapertura delle attività produttive. In tal senso, ritengo apprezzabile l’atteggiamento misurato del Governo nazionale”. Il report Svimez, sostiene ancora il vicepresidente pd dell’Assemblea di Palazzo Campanella, “evidenzia due aspetti fondamentali: da un lato, l’emergenza sanitaria che ha il suo epicentro nelle regioni del Nord Italia; dall’altro, quella economica, i cui effetti dovranno ancora dispiegarsi pienamente, che si abbatterà in maniera devastante sulla fragilità socio-produttiva del Mezzogiorno”. In particolare, evidenzia Nicola Irto, “Svimez sottolinea un punto cruciale: il post coronavirus sarà più difficile da affrontare al Sud, che ha subito in maniera più pesante gli effetti della crisi economica a causa della lunga recessione e della successiva stagnazione. In questi anni, come non abbiamo mai smesso di denunciare, non vi è stata una piena ripresa e il verificarsi della catastrofe mondiale legata al Covid-19 non potrà che aggravare la situazione. Lo conferma la stima della possibile uscita dal mercato, dopo la fine dell’emergenza, di un numero di imprese meridionali di quattro volte superiore a quelle del Nord. Un rischio che, secondo Svimez, riguarderà soprattutto le medie e grandi aziende”. Perciò, aggiunge Nicola Irto, “nell’apprezzare gli sforzi che lo Stato sta compiendo per far fronte alla più grave crisi vissuta nel nostro Paese dal secondo Dopoguerra, ritengo fondamentale che, in campo economico, l’intervento della mano pubblica sia diversificato rispetto alle effettive e specifiche esigenze delle diverse aree dell’Italia. E, soprattutto, credo sia decisivo prevedere da subito investimenti mirati per il Mezzogiorno, in termini non solo di garanzie per l’accesso al credito, ma anche di interventi infrastrutturali in grado di riattivare l’economia reale e di aprire al Sud la via dello sviluppo. E’ di ogni evidenza – conclude il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria – che, oggi più che mai, l’Italia potrà ripartire solo se ci sarà una crescita delle regioni meridionali. In mancanza di questa, l’intero Paese rischierebbe di finire nel caos e nel baratro”.

E’ quanto afferma il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria, Nicola Irto, dopo la pubblicazione dello studio dell’Associazione per lo sviluppo industriale del Mezzogiorno. “Il lockdown costa all’Italia 47 miliardi di euro al mese ma è una misura della quale, in questo momento, non si può fare a meno per la grave crisi sanitaria in atto – commenta Irto -. Ritengo che l’equilibrio e la prudenza siano imprescindibili per la pianificazione della cosiddetta ‘fase 2’ e della progressiva, quanto lenta, riapertura delle attività produttive. In tal senso, ritengo apprezzabile l’atteggiamento misurato del Governo nazionale”. Il report Svimez, sostiene ancora il vicepresidente pd dell’Assemblea di Palazzo Campanella, “evidenzia due aspetti fondamentali: da un lato, l’emergenza sanitaria che ha il suo epicentro nelle regioni del Nord Italia; dall’altro, quella economica, i cui effetti dovranno ancora dispiegarsi pienamente, che si abbatterà in maniera devastante sulla fragilità socio-produttiva del Mezzogiorno”. In particolare, evidenzia Nicola Irto, “Svimez sottolinea un punto cruciale: il post coronavirus sarà più difficile da affrontare al Sud, che ha subito in maniera più pesante gli effetti della crisi economica a causa della lunga recessione e della successiva stagnazione. In questi anni, come non abbiamo mai smesso di denunciare, non vi è stata una piena ripresa e il verificarsi della catastrofe mondiale legata al Covid-19 non potrà che aggravare la situazione. Lo conferma la stima della possibile uscita dal mercato, dopo la fine dell’emergenza, di un numero di imprese meridionali di quattro volte superiore a quelle del Nord. Un rischio che, secondo Svimez, riguarderà soprattutto le medie e grandi aziende”. Perciò, aggiunge Nicola Irto, “nell’apprezzare gli sforzi che lo Stato sta compiendo per far fronte alla più grave crisi vissuta nel nostro Paese dal secondo Dopoguerra, ritengo fondamentale che, in campo economico, l’intervento della mano pubblica sia diversificato rispetto alle effettive e specifiche esigenze delle diverse aree dell’Italia. E, soprattutto, credo sia decisivo prevedere da subito investimenti mirati per il Mezzogiorno, in termini non solo di garanzie per l’accesso al credito, ma anche di interventi infrastrutturali in grado di riattivare l’economia reale e di aprire al Sud la via dello sviluppo. E’ di ogni evidenza – conclude il vicepresidente del Consiglio regionale della Calabria – che, oggi più che mai, l’Italia potrà ripartire solo se ci sarà una crescita delle regioni meridionali. In mancanza di questa, l’intero Paese rischierebbe di finire nel caos e nel baratro”.

Redazione Calabria 7

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