Coronavirus, Iss valuta di riaprire regioni meno colpite

coronavirus cassano allo ionio

Riaprire prima le regioni italiane con meno casi di coronavirus? I dubbi non sono pochi

(And. Mar.) – Il tema è sul tavolo degli esperti, visto che al momento la temuta esplosione dell’epidemia al centrosud (da Lazio e Abruzzo in giù) non c’è stata. “E’ possibile – spiega il direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità Gianni Rezza – e può essere una delle ipotesi, ma personalmente ho dei dubbi, non so se sia la maniera più giusta per ripartire. Penso alle attività produttive per esempio: il grosso è concentrato al Nord, proprio l’area dove ci sono più casi. E le misure prese su base nazionale sono state adottate proprio per impedire che altre regioni avessero il numero di casi registrato in Lombardia. Riaprire gradualmente alcune regioni prima di altre è sicuramente possibile, ma io non farei una cosa così settoriale”.

(And. Mar.) – Il tema è sul tavolo degli esperti, visto che al momento la temuta esplosione dell’epidemia al centrosud (da Lazio e Abruzzo in giù) non c’è stata. “E’ possibile – spiega il direttore del dipartimento di malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità Gianni Rezza – e può essere una delle ipotesi, ma personalmente ho dei dubbi, non so se sia la maniera più giusta per ripartire. Penso alle attività produttive per esempio: il grosso è concentrato al Nord, proprio l’area dove ci sono più casi. E le misure prese su base nazionale sono state adottate proprio per impedire che altre regioni avessero il numero di casi registrato in Lombardia. Riaprire gradualmente alcune regioni prima di altre è sicuramente possibile, ma io non farei una cosa così settoriale”.

Borrelli: ‘Staremo a casa anche il 1 maggio’. Poi precisa

Parziale passo indietro del capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, sulla fine del lockdown. Dopo aver dichiarato a Radio Anch’io che passeremo chiusi in casa anche il Primo Maggio, dopo Pasqua e Pasquetta, spiegando che “non passerà questa situazione per quella data. Dovremo stare in casa per molte settimane” e ribadendo la necessità di avere “comportamenti rigorosissimi”, ha sostenuto con l’ANSA che “l’orizzonte temporale resta quello del 13 aprile come annunciato dal presidente del consiglio.

Ogni decisione sulle misure restrittive e sull’eventuale ‘fase 2’ spetterà dunque al governo che, come sempre, si avvarrà delle indicazioni del comitato tecnico-scientifico. Nell’intervista – sostiene Borrelli – ho chiaramente detto di non voler dare date e ho ribadito ancora una volta che l’inizio della nuova fase dipenderà dai dati e dall’analisi degli scienziati”. Sulla sanità “ci vuole una regia unitaria forte condivisa e coesa, credo che ci sarà da ripensare al modello organizzativo ma io sono un tecnico e mi limito a rispondere alle disposizioni vigenti”. Borrelli è poi tornato sulla circolare del Viminale che ha suscitato diverse polemiche sottolineando che non ha introdotto alcuna novità. “Il documento non sposta i termini, dobbiamo fare attenzione ed evitare di trovarci poi in una situazione che poi ci sfugge di mano. L’ora d’aria è una misura che non è ancora operativa, bisogna fare attenzione, rispettare le regole di prudenza e stare ancora in casa”.

Speranza: “Ripresa?Prima vincere battaglia salute”

“Senza vincere la battaglia sanitaria non ci potra’ essere una ripartenza economica. Queste due battaglie non vanno messe in contrapposizione: solo dopo aver vinto la battaglia sanitaria si potra’ parlare di ripartenza economica”. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza a Rainews 24. “Il distanziamento sociale è l’unica arma per ridurre il contagio e dobbiamo insistere su questa strada, l’unica al momento che da’ certezze”. Cosi’ il ministro della Salute, Roberto Speranza, intervistato dal direttore di RaiNews, Antonio Di Bella. Speranza ha evidenziato l’impegno della ricerca per un vaccino e possibilita’ di terapie, pero’, dice Speranza “al momento non ci sono certezze di esiti e non credo che i tempi saranno immediati. Quindi il distanziamento sociale – conclude – e’ l’unica arma su cui dobbiamo investire”.
Redazione Calabria 7

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