Coronavirus, Iv: “Istituire centri per la cura degli anziani”

Volontariato e assistenti civici

“L’esigenza di trovare soluzioni alla crisi sanitaria in atto a causa del Coronavirus, impone riflessioni approfondite e necessita di un dibattito serio e scevro dà strumentalizzazioni”. Lo si legge in un comunicato di Italia Viva che sottolinea l’esigenza di centri di cura per gli anziani.

“Negli ultimi giorni – è scritto – si discute dell’istituzione del Centro Covid regionale e, intorno alla proposta, si stanno registrando una serie di prese di posizioni che, francamente, ci consegnano le solite “guerre di campanile” e le consuete disserzioni sulle politiche sanitarie regionali con stucchevoli e irrispettose, nei confronti di quanti sono in prima linea a limitare i danni del contagio, prese di posizione che guardano più al passato che alle reali necessità che la crisi in atto ci consegna. Assistiamo a richieste di localizzazione, a interrogativi sulle risorse da impiegare o, ancora, sulla tempistica di realizzazione”. Iv fa rilevare che “in altri contesti regionali, le iniziative vedono la luce grazie alla volontà di dare risposte concrete, celeri e operando con determinazione senza passare dalle forche caudine della burocrazia. Dopotutto, e dopo quasi due mesi di lockdown e di limitazioni, legittime e condivisibili,  delle nostre libertà, nessuno, immaginiamo, può obiettare se si dovessero adottare procedure d’urgenza per istituire infrastrutture sanitarie necessarie come i centri Covid. Anche per questo, e con la consapevolezza che il dibattito in atto rischia di protrarsi ancora, al fine di accelerare con risposte alle necessità di assistenza sanitaria emergenziale dovuta al contagio e alla sua limitazione, ci sentiamo di sostenere con forza la proposta avanzata da qualche settimana, e che ha avuto il sostegno di diverse centinaia di cittadini calabresi, dell’istituzione di uno, o più, centri Covid dedicati alla categoria che maggiormente ha risentito degli effetti nefasti del Covid-19. Ci riferiamo – prosegue la nota – agli anziani che hanno pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane e di sofferenze. L’idea lanciata da ormai venti giorni, merita di essere presa in considerazione per effetto di una considerazione: individuare percorsi che limitino sul nascere possibili focolai in contesti comunitari ad alto rischio come le strutture per anziani, probabilmente, consentirebbe di bloccare il contagio isolando da subito chi, a causa dell’età e delle patologie preesistenti, rischia di soccombere e di contagiare coloro i quali ne sono a stretto contatto. Un percorso, quindi, che vedrebbe fin da subito, con risorse limitate e con diffusione territoriale ampia, dare risposte all’emergenza e che consentirebbe di rivalutare quelle infrastrutture sanitarie pubbliche attualmente sottoutilizzate. La Calabria non sarebbe la prima ad andare in questa direzione, ma sarebbe sicuramente fra le prime a individuare percorsi per la prevenzione dedicati ai soggetti più deboli. L’ esperienza da cui trarre spunto ci sono”.

“Negli ultimi giorni – è scritto – si discute dell’istituzione del Centro Covid regionale e, intorno alla proposta, si stanno registrando una serie di prese di posizioni che, francamente, ci consegnano le solite “guerre di campanile” e le consuete disserzioni sulle politiche sanitarie regionali con stucchevoli e irrispettose, nei confronti di quanti sono in prima linea a limitare i danni del contagio, prese di posizione che guardano più al passato che alle reali necessità che la crisi in atto ci consegna. Assistiamo a richieste di localizzazione, a interrogativi sulle risorse da impiegare o, ancora, sulla tempistica di realizzazione”. Iv fa rilevare che “in altri contesti regionali, le iniziative vedono la luce grazie alla volontà di dare risposte concrete, celeri e operando con determinazione senza passare dalle forche caudine della burocrazia. Dopotutto, e dopo quasi due mesi di lockdown e di limitazioni, legittime e condivisibili,  delle nostre libertà, nessuno, immaginiamo, può obiettare se si dovessero adottare procedure d’urgenza per istituire infrastrutture sanitarie necessarie come i centri Covid. Anche per questo, e con la consapevolezza che il dibattito in atto rischia di protrarsi ancora, al fine di accelerare con risposte alle necessità di assistenza sanitaria emergenziale dovuta al contagio e alla sua limitazione, ci sentiamo di sostenere con forza la proposta avanzata da qualche settimana, e che ha avuto il sostegno di diverse centinaia di cittadini calabresi, dell’istituzione di uno, o più, centri Covid dedicati alla categoria che maggiormente ha risentito degli effetti nefasti del Covid-19. Ci riferiamo – prosegue la nota – agli anziani che hanno pagato un prezzo altissimo in termini di vite umane e di sofferenze. L’idea lanciata da ormai venti giorni, merita di essere presa in considerazione per effetto di una considerazione: individuare percorsi che limitino sul nascere possibili focolai in contesti comunitari ad alto rischio come le strutture per anziani, probabilmente, consentirebbe di bloccare il contagio isolando da subito chi, a causa dell’età e delle patologie preesistenti, rischia di soccombere e di contagiare coloro i quali ne sono a stretto contatto. Un percorso, quindi, che vedrebbe fin da subito, con risorse limitate e con diffusione territoriale ampia, dare risposte all’emergenza e che consentirebbe di rivalutare quelle infrastrutture sanitarie pubbliche attualmente sottoutilizzate. La Calabria non sarebbe la prima ad andare in questa direzione, ma sarebbe sicuramente fra le prime a individuare percorsi per la prevenzione dedicati ai soggetti più deboli. L’ esperienza da cui trarre spunto ci sono”.
Redazione Calabria 7

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