A seguito dei tanti commenti e ordinanze la situazione in Calabria rimane stabile con un unico caso accertato da quando è scoppiata la “pandemia” del coronavirus
“La gestione politica e sanitaria della infezione da coronarovirus in regioni con i migliori sistemi sanitari nazionali (quello lombardo ed il veneto) dovrebbe indurci a severe considerazioni sui comportamenti e sulla tenuta di tali sistemi. La gestione di una tale epidemia ha fatto precipitare un intero popolo nel panico, gettarci in una grave crisi economica-finanziaria, che colpisce prevalentemente i settori agricolo e turistico, che dovrebbero essere proprio quelli trainanti l’economia della Calabria.” Lo afferma in una nota la dott.ssa Innocenza Giannuzzi, esponente del partito politico “Io resto in Calabria “.
“La gestione politica e sanitaria della infezione da coronarovirus in regioni con i migliori sistemi sanitari nazionali (quello lombardo ed il veneto) dovrebbe indurci a severe considerazioni sui comportamenti e sulla tenuta di tali sistemi. La gestione di una tale epidemia ha fatto precipitare un intero popolo nel panico, gettarci in una grave crisi economica-finanziaria, che colpisce prevalentemente i settori agricolo e turistico, che dovrebbero essere proprio quelli trainanti l’economia della Calabria.” Lo afferma in una nota la dott.ssa Innocenza Giannuzzi, esponente del partito politico “Io resto in Calabria “.
“Noi viviamo – si legge – in una regione, la Calabria, dove la “sindrome similinfluenzale pandemica” da coronarovirus ( come la ha etichettata con rigore scientifico e medico la virologa prof.ssa Capua) non aveva registrato casi, eravamo una delle uniche regioni indenni in Italia. Forse perché i casi sospetti, segnalati erano stati pochissimi e tutti contrassegnati da tampone negativi. A proposito dei tamponi giova rimarcare come il numero dei tamponi effettuati nelle regioni del Nord a scopo cautelativo è riconosciuto come di gran lunga essere superiore al numero complessivo di tali esami eseguiti in tutta l’Europa. E così abbiamo conseguito questo record e siamo divenuti gli “untori” del continente , soprattutto i cittadini del lombardo-veneto a dire il vero. Gli altri stati ci guardano con diffidenza, annullano le prenotazioni turistiche e dei prodotti agricoli, chiudono in quarantena i nostri connazionali giunti nei paesi esteri.
Ma ora – aggiunge la dott.ssa Giannuzzi – anche noi abbiamo un caso positivo al coronarovirus: trattasi di un signore pare settentaduenne residente in Lombardia in una zona con focolai attivi, che effettuava la dialisi in un ospedale nella zona rossa del lodigiano; dimostrando così l’efficacia della vigilanza della zona rossa, dove non si può entrare nè uscire, così spaparazzata ed estremamente rigorosa. Ebbene tale signore è riuscito ad eludere tale vigilanza viaggiando a bordo di un pullman diretto in Calabria: i sanitari lombardi gli avrebbero dovuto sconsigliare ed impedire il viaggio? come ha potuto fare? O lo hanno lasciato partire perché diretto in Calabria, da una zona rossa ad altissimo rischio di contagio ad una terra finora non contagiata.
Ma arrivato in Calabria il nostro sistema sanitario, l’ultimo di Italia, lo ha preso in carico mettendolo in una quarantena attiva, effettuando un tampone risultato positivo, consentedogli la dialisi in un ambiente e con personale protetto, isolando in quarantena tutti coloro venuti in suo contatto. Sarà un caso ma stiamo dando una prova di efficienza ed efficacia ovviamente passata sotto silenzio dai mas-media nazionali, in quanto notizia positiva proveniente dalla Calabria. Forse – conclude la nota – con l’aiuto di San Francesco, protettore della nostra regione, da ultimi possiamo diventare un caso nazionale…..”
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Redazione Calabria 7