Per arginare il rischio che possa esserci un eventuale contagio in classe, l’unico modo è “il rispetto delle regole. Se si evitano gli assembramenti, se si rispetta il distanziamento, l’uso della mascherina e il lavaggio frequente delle mani, anche nell’ipotesi che un compagno di classe risulti positivo, il rischio concreto di contagio è pressoché zero”. E’ quanto afferma il presidente della Società Italiana di Pediatria, Alberto Villani. “La scuola è uno dei luoghi più sicuri, perché ci sono delle regole precise e c’è chi le fa rispettare. Il problema è ciò che avviene fuori. E’ molto più facile che il virus entri nella scuola piuttosto che esca da scuola. D’altronde, bambini e ragazzi sono molto più ossequiosi delle regole rispetto agli adulti”.
“I bambini diffonderanno un nuovo modo di relazionarci”
“I bambini diffonderanno un nuovo modo di relazionarci”
Come si è visto per la raccolta differenziata che, dopo tante campagne pubblicitarie non fruttuose, venne portata realmente all’interno delle case quando fu insegnata a scuola, “lo stesso avverrà in questo caso. Saranno i bambini a diventare diffusori di un nuovo modo di relazionarci”. Rispetto ai consigli concreti ai genitori, che dovranno misurare la temperatura ai figli prima di portarli a scuola, ha ribadito Villani: “Si considera febbre sopra i 37,5 gradi, quindi 37,2 non è febbre. Ma soprattutto, il genitore saprà riconoscere il bambino sta bene o se c’è qualcosa che merita attenzione. Nessuno meglio di lui – conclude – sa valutare se il figlio sta per iniziare ad avere qualcosa”. Quindi, il consiglio è approcciarsi con “piena serenità e tranquillità”.