Coronavirus, l’Oms avverte: “Non ci sono le condizioni per il passaporto vaccinale”

passaporto vaccinale

I pass elettronici di protezione dal Coronavirus? Sarebbe bello ma non ci sono ancora le condizioni. “Attualmente non c’è una raccomandazione sanitaria internazionale sull’utilizzo di passaporti vaccinali per viaggi internazionali, né ci sono le condizioni per proporlo”, dice oggi Katherine O’Brien, direttrice del dipartimento d’immunizzazione dell’Oms, in audizione al Parlamento europeo.

L’organizzazione mondiale della Salute è favorevole ai pass elettronici “per i singoli”. Ma, si avverte, da un punto di vista internazionale “non ci sono le condizioni” per mandarli avanti. “Mancano le prove su quanto i vaccini proteggano e ci sono problematiche per gli spostamenti, tenendo presente che per il momento vengono somministrate dosi solo alle persone vulnerabili”.

L’organizzazione mondiale della Salute è favorevole ai pass elettronici “per i singoli”. Ma, si avverte, da un punto di vista internazionale “non ci sono le condizioni” per mandarli avanti. “Mancano le prove su quanto i vaccini proteggano e ci sono problematiche per gli spostamenti, tenendo presente che per il momento vengono somministrate dosi solo alle persone vulnerabili”.

Italia esempio da non seguire

Non è ancora il momento di abbassare la guardia secondo l’infettivologo Anthony Fauci, anche se negli Stati Uniti la curva pandemica sta registrando un calo dei nuovi casi settimanali mentre aumenta la popolazione vaccinata. Un miglioramento che ha spinto diversi governatori a togliere l’obbligo di indossare la mascherina nei luoghi pubblici. Secondo Fauci è un “affare rischioso”, un errore da evitare proprio in questa fase della pandemia. “Anche se il calo dei contagi è stato ripido, dobbiamo assolutamente evitare l’impulso di dire: ‘Oh, sta andando tutto alla grande’, soprattutto perché la fase di plateau che oggi registra circa 60 mila casi al giorno negli Stati Uniti può sempre tornare a salire”.

Fauci prende ad esempio il caso dell’Italia, che da ieri, lunedì 15 marzo, in buona parte delle Regioni torna a imporre misure più restrittive: “Hanno avuto una diminuzione dei casi, si sono stabilizzati e hanno ritirato le misure di salute pubblica”. Con le riaperture di diverse attività, a cominciare da bar e ristoranti in zona gialla: “i più giovani in particolare hanno smesso di indossare le mascherine, e poi, all’improvviso, c’è stata un’ondata di risalita. Ed è qui che ci troviamo noi adesso”.

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