Coronavirus, M5S presenta proposta: “Riattivare ospedali chiusi”

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I parlamentari M5S Francesco Sapia e Nicola Morra hanno trasmesso alla struttura commissariale e alla task force regionale per l’emergenza Coronavirus una proposta per l’utilizzo di strutture ospedaliere pubbliche dedicate all’assistenza dei contagiati.

La proposta, in cui sono indicate le risorse finanziarie necessarie, è stata redatta da Tullio Laino, esperto di organizzazione sanitaria e già dirigente medico dell’Asp di Cosenza. «Nel contesto emergenziale – rimarcano insieme a Laino gli stessi parlamentari – si è ipotizzato il ricorso alle strutture private accreditate della Regione Calabria, al fine di decongestionare le degenze negli ospedali hub e spoke. È opportuno rilevare, in proposito, che la maggior parte delle strutture sanitarie private accreditate risulta priva delle articolazioni dell’emergenza-urgenza, afferenti al Dea di primo e di secondo livello. Appare pertanto opportuno, nell’ottica della tutela del diritto alla salute, privilegiare le strutture ospedaliere pubbliche mediante la riattivazione di quelle a suo tempo riconvertite, considerando che, per contro, l’utilizzo delle strutture private accreditate comporterebbe, per la Regione Calabria, maggiori esborsi di natura finanziaria, che aggraverebbero ulteriormente il già pesante disavanzo gestionale». «Perciò, in deroga ad ogni vigente normativa, è auspicabile – proseguono – la riattivazione nella rete ospedaliera della Regione Calabria, delle seguenti strutture ospedaliere, con la dislocazione delle attività di pronto soccorso con Osservazione breve intensiva, delle discipline medico-chirurgiche di base, della Lungodegenza, dei servizi sanitari ed amministrativi di supporto. Presidi ospedalieri dell’Asp di Cosenza: Praia a Mare, Trebisacce, San Marco Argentano, Cariati, Mormanno; presidi ospedalieri dell’Asp di Crotone: Mesoraca; presidi ospedalieri dell’Asp di Catanzaro: Chiaravalle Centrale; presidi ospedalieri dell’Asp di Reggio Calabria: Scilla, Siderno. Da valutare, altresì, la riattivazione – concludono i 5 Stelle insieme a Laino – del presidio ospedaliero “Santa Barbara” di Rogliano, dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, e di quello di Soriano Calabro (Vv), anche se non ricompreso nel piano di conversione».

La proposta, in cui sono indicate le risorse finanziarie necessarie, è stata redatta da Tullio Laino, esperto di organizzazione sanitaria e già dirigente medico dell’Asp di Cosenza. «Nel contesto emergenziale – rimarcano insieme a Laino gli stessi parlamentari – si è ipotizzato il ricorso alle strutture private accreditate della Regione Calabria, al fine di decongestionare le degenze negli ospedali hub e spoke. È opportuno rilevare, in proposito, che la maggior parte delle strutture sanitarie private accreditate risulta priva delle articolazioni dell’emergenza-urgenza, afferenti al Dea di primo e di secondo livello. Appare pertanto opportuno, nell’ottica della tutela del diritto alla salute, privilegiare le strutture ospedaliere pubbliche mediante la riattivazione di quelle a suo tempo riconvertite, considerando che, per contro, l’utilizzo delle strutture private accreditate comporterebbe, per la Regione Calabria, maggiori esborsi di natura finanziaria, che aggraverebbero ulteriormente il già pesante disavanzo gestionale». «Perciò, in deroga ad ogni vigente normativa, è auspicabile – proseguono – la riattivazione nella rete ospedaliera della Regione Calabria, delle seguenti strutture ospedaliere, con la dislocazione delle attività di pronto soccorso con Osservazione breve intensiva, delle discipline medico-chirurgiche di base, della Lungodegenza, dei servizi sanitari ed amministrativi di supporto. Presidi ospedalieri dell’Asp di Cosenza: Praia a Mare, Trebisacce, San Marco Argentano, Cariati, Mormanno; presidi ospedalieri dell’Asp di Crotone: Mesoraca; presidi ospedalieri dell’Asp di Catanzaro: Chiaravalle Centrale; presidi ospedalieri dell’Asp di Reggio Calabria: Scilla, Siderno. Da valutare, altresì, la riattivazione – concludono i 5 Stelle insieme a Laino – del presidio ospedaliero “Santa Barbara” di Rogliano, dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, e di quello di Soriano Calabro (Vv), anche se non ricompreso nel piano di conversione».

Redazione Calabria 7

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